La Francia sta discutendo un progetto di legge che punta ad introdurre sistemi di sorveglianza di massa destinati a monitorare le comunicazioni elettroniche internazionali : la nuova misura è stata approvata in Commissione Difesa dell’ Assemblée national a metà settembre ed adesso attende il suo passaggio in Parlamento.
Già a luglio , in realtà, le autorità francesi erano riuscite ad estendere i propri poteri di sorveglianza: è ora entrata in vigore la proposta articolata su tre projet de loi relatif au renseignement che, sull’onda della paura e dell’indignazione scatenata dalla strage nella redazione del giornale satirico Charlie Hedbo, introduceva la possibilità da parte delle autorità di effettuare operazioni di sorveglianza di massa e gli conferiva nuovi poteri nella lotta al terrorismo. Aveva passato il vaglio di costituzionalità, anche se le polemiche non si sono esaurite, e i ricorsi si moltiplicano tuttora .
Tuttavia proprio in quella sede il Consiglio di Stato aveva bloccato la parte della legge relativa alla sorveglianza internazionale , individuandone fattispecie contrarie alla legge fondamentale della Francia.
Come già gli Stati Uniti, che più che l’incompetenza giurisdizionale fuori dai loro confini trovano nell’azione all’estero il conforto di non aver a che fare con i diritti costituzionali inviolabili dei propri cittadini, dunque, le autorità francesi vorrebbero far valere ancora una volta la giustificazione delle indagini e delle minacce internazionali per estendere i propri poteri di vigilanza. Un’impostazione che per motivi diversi, ma obiettivi simili è sostenuta a Parigi anche riguardo al cosiddetto diritto all’oblio, al momento limitato ai confini europei e di conseguenza alle declinazioni locali di Google.
Come già per il progetto di legge di Patriot Act alla francese, contro l’estensione dei poteri dell’anti-terrorismo all’estero si stanno levando le proteste e le contestazioni di diverse istituzioni come l’Autorità garante per la privacy e diversi osservatori, tra cui La Quadrature Du Net che alla legge contesta la tempistica, in quanto scritta immediatamente dopo la bocciatura costituzionale e quindi d’istinto, nonché i modi: come nella precedente impostazione nel nuovo disegno di legge sono ampi e generici i poteri concessi alle autorità , soprattutto perché si parla di sistemi di sorveglianza di massa, oltretutto con autorizzazioni territoriali (intere regioni o Paesi), legati non solo alla lotta al terrorismo, ma anche alla tutela “degli interessi essenziali della politica internazionale” ed agli “interessi essenziali economici e scientifici della Francia”. Insomma, la proposta di legge sembra aprire ufficialmente allo spionaggio industriale internazionale minacciando sia le relazioni con gli altri Stati che le organizzazioni internazionali.
Come nel caso degli Stati Uniti, poi, il fatto che le intercettazioni avvengano all’estero – soprattutto da momento che si tratta di sistemi di sorveglianza di massa – non significa che non vi siano tra gli intercettati anche cittadini francesi, che sarebbero in via costituzionale protetti da ingerenze indebite da parte delle autorità.
Claudio Tamburrino