Secondo quanto riferisce il Wall Street Journal , la Germania starebbe pensando ad una legge che imponga regole molto severe alle aziende straniere che intendano diventare fornitori di servizi ICT per lo stato tedesco. Le indiscrezioni parlano di una proprosta di riforma per introdurre l’ obbligo di fornire il codice sorgente o altri dati proprietari legati alle loro tecnologie per le aziende fornitrici di servizi o prodotti per la pubblica amministrazione, ma anche per aziende private che operano in settori considerati da Berlino strategici dal punto di vista della sicurezza nazionale.
L’idea del Governo teutonico sarebbe in parte una reazione alle rivelazioni del Datagate da parte dell’ex-contractor NSA Edward Snowden, che hanno finito per mettere alla berlina il comportamento del governo a stelle e strisce ed il rischio connaturato all’affidarsi ad aziende che potrebbero essere costrette a collaborare con esso. La Germania, anche se non è senza peccato avendo per esempio intercettato per errore le comunicazioni degli Stati Uniti, ha infatti subìto nel vivo le scottanti rivelazioni che hanno coinvolto anche il suo cancelliere Angela Merkel
Da un lato, la Germania post-Guerra Fredda è sempre stata attenta alla questione della privacy dei suoi cittadini anche in conseguenza delle azioni della Stasi sotto il vecchio regime, dall’altro le conseguenze del datagate sono state maggiori fuori dai confini degli Stati Uniti dove le spie a stelle e strisce non sono legati dai limiti imposti dalla loro Costituzione a difesa dei cittadini USA.
La nuova (supposta) proposta di legge, costringendo al contempo paradossalmente le aziende straniere a non poter garantire i dati degli utenti che si affidano ad esse dagli interventi di Berlino, potrebbe altresì essere un mezzo per favorire lo sviluppo delle aziende locali del settore, dal cloud alle startup che vogliono offrire servizi per le amministrazioni.
Claudio Tamburrino