La guerra nel telecomando

La guerra nel telecomando

Ma il Mondo non può cambiare canale: in prova all'esercito statunitense si tratta di un controller universale per diversi mezzi di supporto
Ma il Mondo non può cambiare canale: in prova all'esercito statunitense si tratta di un controller universale per diversi mezzi di supporto

La fanteria dell’esercito statunitense sta cercando un nuovo modo per incrementare l’utilizzo di dispositivi meccatronici nei teatri delle operazioni militari: l’ultima novità è un telecomando universale.

L’arte della guerra prevede il coordinamento di molti elementi e un continuo scambio di informazioni tra il livello più basso della scala gerarchica, il soldato, che ha un’informazione diretta su cosa sa succedendo, e il livello più alto, più lontano dall’azione (non sempre con una visuale precisa) ma da cui vengono gli ordini. Accorciare i tempi e rendere più precisa l’azione è ancora più importante con l’evoluzione delle armi: la possibilità di effettuare colpi vincenti è direttamente proporzionale alla capacità di colpire il punto critico dell’avversario.

In tutto questo si inserisce il Common Controller , un sistema capace di interagire con diversi supporti robotici in dotazione all’esercito: una sorta di telecomando universale per robottoni militari.

Il telecomando permette di controllare il Class I Unmanned Aerial System ( UAV ), una sorta di unità di sorveglianza mobile telecomandata, il Multifunctional Utility/Logistics Equipment , un carrello robot, e il Small Unmanned Ground Vehicle : tutti congegni in dotazione all’esercito statunitense in Iraq e in Afghanistan.

Tutti insieme, e con il controller unico, dovrebbero permettere di far ottenere dati sensibili a piccole unità di fanteria equipaggiate appositamente. In un primo esperimento un operatore con il Common Controller ha inviato un robot a ispezionare un edificio. Il robot ha ripreso qualcuno uscire da un veicolo apparentemente carico di esplosivo. L’operatore ha scattato una fotografia e l’ha inviata alla truppa di controllo che ha potuto costituire in tempo un checkpoint.

Claudio Tamburrino

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Pubblicato il
21 dic 2009
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