La IoT di Xiaomi passa per le bici elettriche

La IoT di Xiaomi passa per le bici elettriche

L'azienda cinese propone una dueruote in fibra di carbonio che si piega e si trasporta con facilità. Ovviamente iper-connessa a Internet e con tanto di app
L'azienda cinese propone una dueruote in fibra di carbonio che si piega e si trasporta con facilità. Ovviamente iper-connessa a Internet e con tanto di app

Xiaomi estende la propria offerta in chiave IoT (Internet of Things) con Mi QiCycle Electric Folding Bike , bicicletta richiudibile pensata per viaggiare in tranquillità sulle ultra-congestionate strade delle metropoli cinesi. Il prezzo non è esattamente “cheap” ma le possibilità di monitoraggio e connessione non mancano.

xiaomi mi qicycle

Mi QiCycle costa infatti 455 dollari, o 2.999 yuan, ed è disponibile esclusivamente per gli acquirenti cinesi: la bici fa ampio uso di materiali in fibra di carbonio, fatto che riduce il peso fino a 14,5 kg e che permette di piegare tutte le strutture del mezzo a eccezione dell’intelaiatura centrale e delle ruote.

Il motore elettrico ad alta velocità (250W, 36V) è in grado di adattare la velocità della corsa in relazione alla forza della pedalata del ciclista (si parla di pedalata assistita), mentre le venti batterie agli ioni di litio (Panasonic) integrate offrono una capacità da 29.000mAh ciascuna e una durata di 45 chilometri tra un carica e l’altra.

Trattandosi di un prodotto con vocazione IoT, Mi QiCycle è “interconnessa” (come d’altronde il resto dei device della linea Mi) e può essere controllato tramite l’apposita app per cellulare, così da poter misurare i parametri fitness in tempo reale (velocità, distanza percorsa, calorie bruciate) e la navigazione assistita con GPS.

Mi QiCycle è un prodotto Xiaomi ma è stato concretamente realizzato da iRiding, società taiwanese in cui il colosso cinese ha investito in maniera diretta nel tentativo di allargare le opportunità di business ben oltre il sempre più ristretto settore dei terminali mobile basati su Google Android.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
24 giu 2016
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