Tempi duri si profilano all’orizzonte per i gestori di nomi di dominio con suffisso .ly . NIC.LY , registry responsabile dell’assegnazione dei domini di primo livello (TLD) propri della Libia, ha avviato una “campagna moralizzatrice” tesa a tagliare fuori chiunque fosse responsabile di violazione della Sharia , la legge islamica basata sui precetti del Corano.
Il regime di Muammar Gheddafi si estende anche alla Rete e comincia a far sentire i suoi effetti sulle startup meno ortodosse: il primo blocco operato da NIC.LY riguarda Vb.ly , servizio di URL shortening gestito da Ben Metcalfe e Violet Blue . Il motivo? La presenza di riferimenti e contenuti adulti sulla homepage e la “promozione” di attività illegali (pornografiche) secondo quanto stabilito dalla suddetta legge islamica.
In effetti Vb.ly autopubblicizzava se stesso come servizio “sex-positive”, mettendo in bella mostra un’immagine della blogger Violet Blue con il braccio “nudo” e una bottiglia di birra in mano. Trattandosi di un servizio di URL shortening, il sito non conteneva alcun contenuto pornografico ma ospitava anche link a questo genere di materiale.
NIC.LY evoca la Sharia e parla di attività illegale, ma stando al parere dei gestori di Vb.ly il sequestro deriverebbe dalla volontà del registry di “recuperare” i domini più corti di quattro caratteri per usarli sul territorio locale. Il Corano c’entra poco, insomma, e certamente meno di ben più prosaiche motivazioni di semplice business .
Viste le brutte intenzioni di NIC.LY, Violet Blue e Metcalfe mettono in guardia anche altri siti web che fanno attualmente uso del TLD.ly : bit.ly e ow.ly , ad esempio, anch’essi servizi di URL shortening, sono a parere del gestori del fu-Vb.ly sulla lista nera del registry libico a caccia di domini.
Alfonso Maruccia