La vicenda che vedeva contrapposte Apple e Psystar, con quest’ultima accusata e condannata per violazione della proprietà intellettuale con la Mela, è ormai (e – sembrerebbe – definitivamente) agli sgoccioli : il giudice della corte distrettuale della California ha accolto la richiesta di Cupertino per un’ ingiunzione permanente nei confronti del produttore di cloni Mac.
Con essa il giudice William Alsup ordina a Psystar di interrompere per sempre la vendita dei prodotti in questione. E la la portata della sua sentenza prevale anche la questione specifica del contendere: il caso riguardava solamente la violazione della proprietà intellettuale di Leopard, rimanendo per scelta strategica di Apple esclusa quella di Snow Leopard. Tuttavia il giudice ha formulato la sentenza in modo tale da ricomprendere anche l’ultimo OS Apple .
Nelle sentenza si legge infatti che “per un’opera protetta da copyright non vi è bisogno che fosse stata considerata nel procedimento per ricadere nello scopo della sentenza, ma basta che sia protetta secondo il Copyright Act e configuri una violazione analoga a quella constatata”.
Qualche dubbio in più su Rebel EFI , il programma che permette di aggirare le misure adottate da Apple e far installare Leopard o Snow Leopard agli utenti (che abbiano ottenuto indipendentemente la propria copia) su PC diversi dai MAC. Secondo Psystar infatti non si riprodurrebbero le modalità condannate dalla sentenza. Tuttavia il giudice si è espresso chiaramente, lamentandosi della mancata chiarezza di Psystar circa il funzionamento del programma che non gli ha permesso di decidere direttamente. Conclude, quindi, affermando che le sue disposizioni non proibiscono al produttore di cloni di dimostrare davanti a un nuovo giudice il funzionamento e la liceità di Rebel EFI, e che se Psystar vuole in ogni caso continuare a venderlo lo farà a suo rischio e pericolo.
Dal sito il prodotto sembrerebbe ancora in vendita al costo di 44,99 dollari. Ma d’altronde Psystar ha tempo fino al 31 dicembre per ottemperare alle richieste della corte.
Claudio Tamburrino