La macchina che ti legge la mente

La macchina che ti legge la mente

Nissan pensa alle macchine del futuro. E lo fa concentrandosi su quello che passa per la testa dei guidatori
Nissan pensa alle macchine del futuro. E lo fa concentrandosi su quello che passa per la testa dei guidatori

Nissan sta sperimentando la possibilità di introdurre nelle macchine strumenti in grado di integrare le informazioni normalmente disponibili ad un navigatore con i pensieri del guidatore : sia per agevolare quest’ultimo, sia per migliorare la sicurezza sulla strada.

La casa automobilistica giapponese sta infatti pensando all’impiego di un’interfaccia macchina-cervello ( Brain Machine Interface BMI) su cui sta lavorando in Svizzera l’ École Polytechnique Fédérale ( EPFL ): l’idea è principalmente quella di impiegarla per aiutare i guidatori portatori di handicap, per poi adottarla in un secondo momento come standard per migliorare la sicurezza della guida.

Il sistema traccia l’attività cerebrale, il percorso dello sguardo e l’ambiente in cui si muove l’utente, e con questi dati e un’analisi statistica cerca di prevedere il percorso che l’utente sta per seguire adattando ad esso la velocità di crociera e la sterzata del veicolo.

Sulla stessa strada si stanno muovendo anche altri centri di ricerca , tra cui la Brown University e la Washington University School of Medicine di St. Louis : la ricerca legata alla analisi delle attività cerebrali, pur essendo ancora lontana da risultati concreti, è molto promettente.

Non si è ancora ai livelli di KIT di Supercar , insomma, ma gli scienziati dell’istituto svizzero la stanno per esempio già impiegando per muovere sedie a rotelle evitando ostacoli: con la collaborazione di Nissan il prossimo obiettivo è appunto impiegarlo per la guida delle automobili.

A coordinare il lavoro del team svizzero con l’azienda giapponese, il ricercatore Lucian Gheorghe, che da anni sta sperimentando un metodo per adattare ai sistemi di assistenza al guidatore i programmi scientifici legati alla scienza che indaga il funzionamento del cervello.

Claudio Tamburrino

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Pubblicato il
30 set 2011
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