Vancouver – Il futuro dell’intelligenza artificiale si giocherà in questi giorni sul tavolo verde del poker. Oggi parte infatti in occasione della conferenza annuale dell’ Association for the Advancement of Artificial Intelligence (AAAI) l’attesissima sfida tra un computer e il più famoso campione del mondo di poker. Phil Unabomber Laak ha deciso di accettare il pokerino dell’Università di Alberta, considerata all’avanguardia negli studi sull’intelligenza artificiale applicata ai giochi.
Un confronto che ha solo un precedente, e una vittoria di misura a favore di Laak su Poker Probot. Ma si parla di due anni fa e di un esito che lo stesso campione reputò incerto fino all’ultima mano – anche se i ricercatori prima del match gli permisero di esaminare il codice di programmazione ed allenarsi a lungo. “Questo robot ce la farà alla fine”, disse profeticamente Laak.
E così a distanza di qualche anno e molti successi per Laak ecco una nuova sfida . “Si tratta di uno scontro importante, perché è la prima volta che in un evento uomo/macchina ci sarà una componente scientifica”, sottolineano i ricercatori.
Texas Hold’em è il tipo di poker scelto; in palio 50 mila dollari . La dinamica di gioco, però, sarà molto speciale. Laak giocherà infatti con un partner, Ali Eslami, ma si troveranno in stanze separate. Il match principale sarà giocato tra il robot e il campione, ma ogni mano ricevuta dalla macchina sarà data anche a Eslami. In pratica, in questo modo si potrà procedere anche con una comparativa tra il metodo “umano” e quello artificiale. Alla fine della due giorni, le chip dei due giocatori saranno sommate e comparate con quelle del robot per decretare il vincitore.
Il poker, secondo i ricercatori, è importante in questo genere di studi perché mette la macchina a confronto con l’incertezza e l’incompletezza delle informazioni . “Non hai tutti i dati sul gioco, e in particolare non puoi sapere quali carte abbia in mano il tuo avversario”, ha spiegato Dana S Nau, docente di scienza informatica dell’ University of Maryland. “Questo vuol dire che quando il tuo avversario fa qualcosa, tu non puoi essere sicuro del perché”.
La questione di fondo è che normalmente le macchine utilizzando un approccio “ad albero”, valutando ogni possibile azione e reazione – come negli scacchi. Gli esperti di poker, però, sostengono che non esista una mossa migliore o una migliore strategia, bensì una capacità di adattamento alle mosse dell’avversario.
“Ciò che rende il poker interessante è che non esiste una ricetta magica”, spiegano i ricercatori. Infatti i software più semplici falliscono sempre… basta “studiare” la loro meccanica comportamentale.
Dario d’Elia