Il 2013 è l’anno in cui, 6 anni dopo, la linea delle fotocamere Olympus ha una nuova regina: la nuova OM-D EM-1 rimpiazza una volta per tutte in cima alla catena alimentare giapponese la E-5 , presentata al pubblico nel 2007, e getta un ponte verso il passato con l’adozione di nuove tecnologie nel sensore che garantiscono la sopravvivenza dei vecchi corredi di obiettivi . Il tutto senza cedere quasi nulla del nuovo corso: la EM-1 è una mirrorless in tutto e per tutto, con il corpo di una SLR e l’anima di un prodotto pensato per amatori evoluti.
Il cuore della EM-1 è il nuovo processore TruePic VII , un passo avanti rispetto alla precedente EM-5 e due generazioni oltre quanto montato dalla E-5: grazie a questa CPU la nuova generazione è in grado di effettuare un gran numero di operazioni quale la stabilizzazione su cinque assi integrata e l’ottimizzazione dell’output in JPG, senza trascurare lo scatto continuo a 10fps per 36 scatti RAW in sequenza, oppure 6,5fps con l’autofocus continuo durante lo scatto. La gamma dinamica è migliorata rispetto alle generazioni precedenti, anche grazie al sensore da 16,1 megapixel con una sensibilità che parte da 100 ISO fino a 1600 (25,600 il limite massimo a cui si può spingere in manuale).
Ma è senz’altro l’ autofocus il punto centrale delle novità: il sensore della EM-1 incorpora nella matrice gli elementi per consentire il funzionamento dell’autofocus in modalità rilevamento di fase , garantendo il funzionamento e la messa a fuoco rapida di tutto il parco ottiche sviluppato negli anni per la serie 4:3 originale (la generazione attuale è la micro 4:3), con l’interposizione tra macchina e lente di un apposito anello adattatore. In questo modo, garantisce Olympus , la prestazione assoluta della messa a fuoco viene decisamente migliorata (soprattutto rispetto alla linea PEN e alla EM-5), e con le ottiche che magari fanno parte di un equipaggiamento consolidato si può rinfrescare il proprio corredo cambiando corpo senza dover abbandonare costose e valide vecchie ottiche.
Un altro punto di forza della EM-1 è costituito dal mirino: trattandosi di una mirrorless non può essere ottico (anche se le sembianze del corpo fanno di tutto per ricordare una reflex), ma Olympus ha fatto del suo meglio per integrare un EVF di lusso. Oltre due milioni di punti, copertura del 100 per cento, 120fps di refresh rate (con la possibilità di passare a 240fps in alcune modalità), 1,48x di ingrandimento, correzzione diottrica da -4 a +2 diottrie. Il risultato è comparabile con quello di grosse SLR da professionisti, e dovrebbe auspicabilmente non far rimpiangere un pentaprisma o un pentaspecchio di una reflex propriamente detta.
Accanto alla EM-1, Olympus ha presentato due nuove ottiche che hanno le carte in regola per rimpiazzare anche le vecchie ottiche dei professionisti che hanno scelto il marchio giapponese per il proprio lavoro o gli amatori più evoluti. Il nuovo M.Zuiko 12-40 f/2.8 si piazza nella parte alta del listino e nell’olimpo delle ottiche con apertura fissa tanto agognate dai fotografi, in coppia con l’altrettanto luminoso 40-140 f/2.8. Entrambe le ottiche sono contraddistinte dalla dicitura “PRO”, che ne rimarca la vocazione di lusso. Entrambi gli obiettivi dovrebbero essere messi in vendita entro la fine del 2014, mentre la EM-1 sarà sugli scaffali (senza ottiche, in versione solo corpo) già da ottobre 2013: il prezzo dovrebbe aggirarsi sui 1.000 euro , più che allineato alla concorrenza e rimarcando la vocazione semi-pro della nuova mirrorless.
Luca Annunziata