Spingerebbero gli utenti a concedersi in maniera sempre più disinibita anche con chi non conoscono. A fronte di una buona idea di base vi è un’applicazione che non risolve i problemi legati alla privacy . Insomma, le novità svelate da Facebook in materia di tutela dei dati personali non convincono proprio tutti.
In particolare Electronic Frontier Foundation (EFF), l’associazione che si batte in difesa dei diritti digitali, ha compilato un rapporto in cui indica i pregi e, sopratutto, le pecche degli ultimi cambiamenti apportati da Zuckerberg e soci al social network in blu.
Se da una parte è stata ben accolta la volontà di rendere più semplice la personalizzazione dei vari livelli di privacy, non è stato altrettanto per l’impostazione di default fatta dai responsabili di Palo Alto, i quali secondo EFF non vogliono altro che spingere gli utenti a spargere per il Web le informazioni veicolate a mezzo Facebook .
In questi ultimi giorni pressoché ogni utente Facebook si è trovato davanti al transition tool preposto alla configurazione della privacy secondo i nuovi criteri. EFF ha criticato la scelta di preselezionare di default le opzioni per condividere quanto pubblicato con tutti , anche se in precedenza erano attive delle limitazioni.
La teoria secondo cui l’annuncio di Facebook sarebbe solo uno specchietto per le allodole è sostenuta da diversi addetti a lavori . Condividendo con tutti si consente l’accesso a chiunque ai propri dati: tutto questo Facebook non lo nasconde ma, come fa notare All Things Digital , lo esplicita attraverso una riga di testo scritta in piccolo . Come nella migliore tradizione dei contratti.
Giorgio Pontico