Il 2020 aveva già offerto ampi spunti in tema di nomi a dominio: l’impatto del Covid-19 sui domini .it è già stato anzitempo fotografato dal Registro.it ed ha evidenziato quanto impegno e quanta fantasia ci siano stati attorno a questo fenomeno. La necessità di rispondere ai cambiamenti in atto ed allo shock del lockdown, però, ha portato ad un dinamismo che va anche oltre la sola risposta diretta alla pandemia ed alla necessità di portare online siti incentrati su questo tipo di informazione. Si tratta di un dinamismo fatto di piccola impresa, di iniziative estemporanee, di tentativi di portare online attività e professionalità per reagire alla situazione che andava emergendo.
Registro .it: i domini ai tempi della pandemia
Così il Registro.it ha tracciato il profilo quantitativo di quanto accaduto in quei momenti:
Andando a guardare l’andamento tra gennaio e ottobre dello scorso anno, gli italiani hanno registrato 428.788 nuovi nomi a dominio .it, di questi quasi la metà (49%) appartiene a persone fisiche, mentre il 41% è stato registrato dalle imprese, un dato in controtendenza se confrontato con l’intera anagrafica dei domini italiani, dove le imprese costituiscono oltre il 50% della tipologia, contro appena il 32% delle persone fisiche. Ma l’aspetto più rilevante riguarda i liberi professionisti: con quasi 30.000 nuovi domini registrati, la presenza digitale di questa categoria è cresciuta del 35% in un solo anno: guardando solo ad aprile 2020, si parla di un +113% rispetto allo stesso mese del 2019. Un balzo significativo che vale anche per le altre due tipologie di assegnatari (persone fisiche a +51% e imprese a +56% nel confronto tra aprile 2020 e aprile 2019).
Tutti i numeri sembrano indicare la medesima direzione interpretativa: impellenti ragioni economiche e lavorative hanno portato i professionisti ad uno stato di necessità improvvisa, creando online la porta d’accesso ad attività precedentemente precluse al Web. L’aumento della registrazione dei domini rappresenta la fotografia complessiva di ognuna di queste singole attività, sintomo primo di un improvviso attivismo scatenato proprio dal moltiplicarsi degli stati di difficoltà.
.it: domina il nord
Oggi la “mappa” dei domini continua a privilegiare il nord, dove si concentrano le regioni con il maggior numero di indirizzi .it in proporzione alla popolazione residente. Questa speciale classifica vede primeggiare il Trentino Alto Adige, seguito da Lombardia, Toscana, Valle d’Aosta, Piemonte e Veneto. Basilicata, Sicilia e Calabria chiudono la classifica, denotando un approccio al mercato online completamente differente.
Sul fronte delle province, Milano conquista il primato per tasso di penetrazione, con 538 domini ogni 10.000 abitanti, seguita da Bolzano (483), Firenze (448) e Rimini (436). La Toscana piazza nella top ten anche Siena (426). In coda ci sono purtroppo solo il Sud e le Isole: tutte le ultime venti posizioni, con in coda Crotone (149), Caltanissetta (139) ed Enna (135).
I dati forniti dal Registro.it consentono di leggere tra le righe punti di forza e debolezza di varie aree italiane anche in termini imprenditoriali: non è soltanto questione di macro-impresa o micro-impresa, ma soprattutto una divergente propensione all’online ed all’internazionalizzazione. Anche su questi fronti occorrerà lavorare intensamente per il rilancio del tessuto economico del paese post-pandemia.