Dopo essersi arreso alla schiacciante superiorità di Facebook col quale si è impegnato formalmente a condividere i reciproci dati utente, MySpace torna a fare i conti in casa propria decidendo di licenziare cinquecento dipendenti e operare, così, una radicale ristrutturazione interna.
Svanisce, così, la grande fiducia che Rupert Murdoch, capo di News Corp, aveva riposto nel social network al momento dell’acquisizione, confidando in particolare nel suo essere altro da Facebook e non essere alla ricerca di amici come quest’ultimo.
Azzoppato dal declino significativo degli investimenti pubblicitari e dei visitatori , la rete sociale creata da Tom Anderson ha optato per una scelta drammatica: il licenziamento del 47 per cento della forza lavoro. Inoltre, i ben informati sostengono che News Corp sia alla ricerca di potenziali acquirenti, uno dei quali potrebbe essere Yahoo!.
A poco è valso il tentativo di rilancio in grande stile che prevedava una grafica innovativa, rivisitazione del logo istituzionale, nuovi intenti, condivisione di contenuti e sincronizzazione con gli altri social network.
Secondo il CEO dell’azienda, Mike Jones, i tagli al personale si rendono necessari per fornire all’azienda una via più agevole per sostenere crescita e redditività. Nessuna correlazione con il restyling del sito, precisa l’AD di MySpace: “La riduzione dei lavoratori è essenzialmente legata all’eredità degli affari passati e in nessuna maniera riflette la perfomance del nuovo prodotto”.
Tuttavia, sono in molti a giudicare negativamente la conduzione dell’azienda. Il predecessore di Mike Jones, l’ex-CEO Owen Van Natta, aveva già mandato a casa 420 dipendenti nel 2009, nello sforzo di rendere la macchina più efficiente. “Non hanno innovato per anni, mentre Facebook lo ha fatto” sostiene Jeremiah Owyang, analista di mercato presso Altimeter Group. “MySpace è rimasto bloccato a una bassa percentuale di utenti e ha prodotto cambiamenti minimali fino a quando non è stato troppo tardi”.
E i tagli al personale colpiscono anche la divisione dell’azienda nel Belpaese. Sembra , infatti, che gli uffici italiani del social network di Murdoch stiano per chiudere. Secondo altri , avrebbero già chiuso nel corso del 2009.
Cristina Sciannamblo