I metodi di autenticazione biometrica sono ad oggi, tranne in alcuni casi , gli strumenti ritenuti più sicuri per effettuare autenticazioni e pagamenti. Il team di ricercatori dell’università di Washington, capitanato da Shyam Gollakota , ha sperimentato un nuovo metodo per autenticarsi in modo sicuro usando il corpo umano come vettore per trasmettere le password.
Segnali come Bluetooth, WiFi e dispositivi RFID sono ad oggi facilmente intercettabili e crackabili , per questo motivo i ricercatori hanno sfruttato le capacità dei sensori di impronte digitali, che propagano il segnale all’interno del corpo umano a una frequenza al di sotto dei 30 megahertz, per creare un nuovo metodo di comunicazione fra dispositivi elettronici.
Usando il telefono come sistema per autenticare l’utente e il sensore come output, a differenza dell’uso tradizionale, il corpo umano diventa il circuito che trasmette a una frequenza di 10 megahertz la password al dispositivo di identificazione.
Il sistema, paragonato da alcuni a un modem degli anni ’50 , invia una serie di segnali positivi o negativi, atti a simulare il codice binario, a una velocità di 50 bit per i dispositivi fingerprint e 25 per i touchpad risultando adatto a inviare password numeriche non troppo lunghe. Tutto il processo di sviluppo è stato descritto in un paper presentato ufficialmente in Germania alla UbiComp .
Gli sviluppatori hanno chiesto a 10 persone di statura e corporatura differente di testare questa metodologia, e in tutti i casi è risultata funzionante anche se i soggetti erano in movimento. Per gli esperimenti si sono serviti dei sensori biometrici di un iPhone, di un computer Lenovo e di un touchpad capacitivo di Adafruit.
I ricercatori dell’università di Washington non sono gli unici ad aver sperimentato questo nuovo metodo di trasporto: Panasonic ha mostrato, al Ceatec Electronics Show, il prototipo di una tecnologia capace di trasferire, usando il corpo umano come mezzo, fino a 100Kb al secondo.
Pasquale De Rose