Arstechnica ha commentato il risultato di un interessante studio che dimostra, qualora ce ne fosse bisogno, come gli utenti internet non siano per niente interessati a leggere i contenuti delle Privacy Policy (PP) né dei Terms of Services che i provider chiedono di accettare per l’uso dei propri servizi. Non parliamo di documenti prodotti da siti piccoli e poco noti, ma delle carte dei servizi proposte ai propri utenti dai principali attori della Rete: Google, Facebook, Microsoft, Yahooh, Twitter ecc. Lo studio, intitolato The biggest lie on the Internet e pubblicato su Social Science Research Network (SSRN), giunge ad una conclusione arcinota : nessuno legge le lunghissime pagine dei termini di servizio e della gestione della privacy di cui gli utenti sono letteralmente bombardati, ogni giorno, sulla Rete.
Gli autori dello studio, Jonathan A. Obar in forza alla York University e al Quello Center della Michigan State University, e Anne Oeldorf-Hirsch della University of Connecticut, concludono in maniera scientifica ed inequivocabile, riguardo ai documenti prodotti dai provider di servizio, che nessuno ne comprende il reale significato, sono troppo lunghi e spesso non hanno senso.
Per giungere all’ ovvia conclusione , i ricercatori hanno coinvolto 543 studenti universitari nella sperimentazione di un finto social network, denominato NameDrop , dicendo loro che avrebbero fatto parte di uno sparuto numero di utenti scelti per testare il nuovo servizio. Requisito necessario per usare il social network, naturalmente, era l’accettazione di una carta dei servizi redatta dagli studiosi.
Analizzando il comportamento dei partecipanti, gli studiosi hanno potuto appurare che la maggior parte degli studenti (399 su 543) ha completamente ignorato la lettura dei termini di servizio, mentre gli altri vi si sono soffermati non più di un minuto. Il testo proponeva condizioni a dir poco esilaranti, come la rinuncia alla primogenitura o, nel caso l’utente non avesse ancora figli, di rinunciare ad averne fino ai 250 anni. Nelle policy della privacy era persino riportato che i propri dati sarebbero stati forniti alla National Security Agency (NSA) e ai rispettivi datori di lavoro. “Tutto ciò ci porta alla più grande menzogna su Internet, che aneddoticamente è nota come Accetto questi termini e condizioni”, concludono i ricercatori.
Thomas Zaffino