Doveva essere la grande rivoluzione social avanzata dall’ex-Presidente degli Stati Uniti. Doveva essere il suo moto di ribellione rispetto al ban subito dai principali social network. Doveva essere la cassa di risonanza per la parte più sovranista del mondo Repubblicano dopo la sconfitta contro Biden. Doveva essere il trampolino da cui si sarebbe spiccato il salto verso la nuova futura candidatura per la corsa alla Casa Bianca. E invece è stato solo un bluff.
Donald Trump, piattaforma bluff
“From The Desk of Donald Trump“, l’avventura social proprietaria di Trump, ben poco credibile fin dal primo giorno, si è già conclusa a distanza di poche settimane e con un completo nulla di fatto. L’iniziativa era stata annunciata come vendetta contro Facebook e Twitter, cercando di creare un nuovo megafono dal quale far passare le invettive del Presidente uscente. Una volta online, però, il tutto si è ridotto ad essere un semplice blog dal quale chiunque avrebbe potuto condividere i post caricati dall’entourage di Trump: una scappatoia contro cui nessun social avrebbe potuto porre resistenze. Ma era chiaro che non avrebbe potuto funzionare ed infatti non v’è stato il benché minimo sussulto.
La squadra di Trump ha probabilmente fatto ammenda del fatto che non c’era alcuna chance di trovare parola in questo modo ed ogni investimento sarebbe stato gettato nel vuoto. La scelta è stata così portata avanti presto: blog fermato, piattaforma cancellata, avventura annullata. Formalmente, gli obiettivi si sono semplicemente spostati su una strategia di più ampio respiro. Sostanzialmente, invece, la strategia sembrava avere il respiro corto fin dal principio e il grande bluff è così disvelato.
Dal “Desk of Donald Trump” è tutto. A voi la linea.