L’hanno chiamato Progetto Livewire : è una motocicletta diversa da qualsiasi altra Harley-Davidson abbia mai solcato le strade, con le sue forme che ricordano più quelle di una Buell, con i volumi così sbilanciati sul frontale. Ma non è questione di colori, serbatoio o accessori: la vera differenza tra la Livewire e tutte le Harley che l’hanno preceduta è il propulsore. Un motore elettrico è in grado di portarla da zero a cento in meno di quattro secondi , senza neppure l’ombra del classico rombo che fino a oggi ha contraddistinto le due-ruote di Milwaukee.
Harley-Davidson è stata parca di dettagli sulla nuova nata: della Livewire si sa soltanto che raggiunge una velocità massima di poco inferiore ai 150 chilometri l’ora, con una coppia di 77 kg/m e una potenza di 74 cavalli. Non esattamente una fuoriserie, ma dovrebbe garantire tutto quello che è necessario per solcare ogni tipo di strada con il vento in faccia. Il vero problema da risolvere semmai è l’autonomia: 85km non sono neppure vicino a quanto un centauro medio potrebbe ritenere accettabile, e il peggio è che pare che nel complesso la Livewire non sia in grado di restare in funzione per più di 60 minuti per volta.
Quello che la Harley ha creato , comunque, è un prototipo: le sue performance, che oggi sono alla pari con quelle di una delle moto più economiche del suo listino ovvero la 883, non devono condizionare il giudizio degli appassionati o dei critici del marchio americano. L’obbiettivo dell’azienda di Milwaukee è quello di mettere in piedi un vero e proprio programma di test del prodotto, coinvolgendo i suoi affezionati clienti e simpatizzanti per valutare quanto fatto fin qui con la Livewire, coglierne i limiti e i punti di forza, lavorare affinchè i primi possano sparire e i secondo consolidarsi in vista di un vero e proprio debutto non prima del 2016.
La cosa che più colpisce della Livewire è il suono del motore, o meglio l’assenza del consueto brontolio del bicilindrico a V delle Harley. Si tratta senza dubbio del principale oggetto di critica che i fan muoveranno al prototipo, ma senza dubbio i manager avranno tenuto conto di tutto questo prima di decidere di mostrare la Livewire al pubblico: oltre a svolgere una funzione di sviluppo, la moto servirà anche a far familiarizzare il pubblico con l’idea di una due-ruote elettrica, molto diversa da quanto sono stati abituati a guidare fino a oggi. Harley non è il primo marchio ad avventurarsi su questa strada, ma senza dubbio il suo è un annuncio destinato a cambiare per sempre questo mercato: quest’anno la Livewire inizierà il suo tour nordamericano, il prossimo anno arriverà anche in Europa, ed entro un paio d’anni la possibilità di scegliere tra l’acquisto di una moto elettrica e una a combustione interna potrebbe diventare realtà.
Luca Annunziata