Sulla homepage del sito di Slysoft, sviluppatore di classici della sprotezione quali Clone DVD e AnyDVD, campeggia ancora il laconico annuncio della chiusura, addotta a non meglio precisate motivazioni legali. Ma qualcosa si sta muovendo, suggerisce la redirezione del sottodominio dedicato ai forum di Slysoft , che ora punta verso https://forum.redfox.bz .
Nemmeno lo staff si pronuncia su quanto sia realmente successo, se le autorità di Antigua, dove ha sede legale l’azienda, abbiano davvero agito secondo il volere del consorzio AACS-LA. Sembra però piuttosto evidente che Slysoft sia stata dismessa, e che gli sviluppatori, che detengono il codice, il controllo sui server dell’azienda e la gestione del sistema di licenze degli utenti, abbiano preso in mano la situazione per rilanciare AnyDVD e compagnia.
“Slysoft è morto, lunga vita a RedFox”: così recita il changelog della versione 7.6.9.1 di AnyDVD, ora scaricabile insieme ad altri prodotti, fra cui CloneCD, CloneDVD e CloneBD dal nuovo spazio online gestito dagli ex sviluppatori dell’azienda.
Uno di loro, tale Peer, si prende inoltre la briga di esprimere le proprie prospettive riguardo al software che ha contribuito a sviluppare per assolvere ai bisogni di utenti in conflitto con l’industria dei contenuti e con le abitudini dei detentori dei diritti ad arrogarsi più diritti di quelli che spettino loro. Checché ne dica l’industria, Peer riferisce che la missione di Slysoft, e ora di RedFox, non è orientata alle esigenze della pirateria , definita come la copia volta alla distribuzione di massa per denaro o altri tipi di tornaconto: “se Slysoft avesse potuto, si sarebbe liberata dei pirati” spiega lo sviluppatore, che precisa come “i pirati rappresentassero una piccola percentuale dell’utenza di AnyDVD”. “Non si può però negare che abbiamo involontariamente supportato la pirateria – ammette lo sviluppatore – ma come un utensile quale il tagliavetro supporta involontariamente il furto”.
Gli sviluppatori di AnyDVD hanno invece lavorato per supportare gli utenti che non tollerano come l’industria imbrigli i contenuti su DVD e dischi Blu-ray in sistemi di protezione che limitano le possibilità di agire dell’utente . Basti pensare alle copie private, necessarie a coloro che trattino i supporti con poca cura, eppure ancora fuorilegge in alcuni paesi del mondo; basti pensare alla necessità di connessione prevista dalle specifiche AACS 2.0 per dischi UHD: in caso di disservizi sulla rete, sarebbe impossibile fruire dell’intrattenimento legalmente acquistato. “Visto che l’industria non ci viene incontro sul fronte della fruibilità dei contenuti acquistati abbiamo deciso di ottenerla con i nostri mezzi” ammonisce lo sviluppatore, con tutta la pirateria involontaria che ne consegue.
Gaia Bottà