La RIAA lancia l'iper-streaming

La RIAA lancia l'iper-streaming

La scommessa è quella di riorganizzare i servizi a pagamento che consentano così alle etichette di ricevere denaro per la diffusione in Rete della loro musica. Ma nemico dello streaming rimane l'imperante e diffusissimo downloading
La scommessa è quella di riorganizzare i servizi a pagamento che consentano così alle etichette di ricevere denaro per la diffusione in Rete della loro musica. Ma nemico dello streaming rimane l'imperante e diffusissimo downloading


Roma – L’associazione americana dei discografici RIAA ha annunciato SoundExchange , un sistema di raccolta royalties da attività di streaming che consentirà così la diffusione online della musica prodotta da 2.100 etichette e 270 industrie della musica, tra le quali anche i cinque colossi del settore (Sony, BMG, Warner, Universal, EMI).

I servizi del colossale database di musica, che appartiene agli associati RIAA, potranno così essere distribuiti direttamente e attraverso partner, come Yahoo, che già oggi fanno streaming a pagamento riconoscendo royalties all’industria.

Fino ad oggi il problema maggiore per la grande industria della discografia è stato trovare un modo per farsi pagare la musica ascoltata in Rete. Ora un modo è stato individuato, occorre vedere se saprà catturare il mercato che oggi è basato non sullo streaming ma sul downloading, e per di più gratuito.

Il direttore di SoundExchange, John Simson, è estremamente ottimista e ritiene che nel primo anno verranno raccolti almeno 10 milioni di dollari, peraltro solo una parte di quello che sarà incassato negli anni successivi: “Contiamo di vedere un aumento esponenziale delle entrate”. Simson ha spiegato che delle entrate il 50 per cento andrebbe alle etichette, ai musicisti il 45 per cento e il 5 per cento ad artisti “non-featured” nei pezzi.

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Pubblicato il
30 nov 2000
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