La ricerca hi-tech cinese vincerà su tutti

La ricerca hi-tech cinese vincerà su tutti

Entro il 2010 supererà quella europea, poi il sorpasso su Stati Uniti e Giappone. Entro il 2050 la ricerca tecnologica sarà made in China. Gli altri si dovranno accontentare di inseguire
Entro il 2010 supererà quella europea, poi il sorpasso su Stati Uniti e Giappone. Entro il 2050 la ricerca tecnologica sarà made in China. Gli altri si dovranno accontentare di inseguire


Pechino – Il nuovo piano quinquennale per lo sviluppo pianificato della Repubblica Popolare Cinese prevede un incremento vertiginoso negli investimenti per la ricerca. Durante l’ultima riunione del Congresso Nazionale del Popolo, il premier Wen Jiabao ha annunciato che il quinquennio 2005-2010 ha già registrato un aumento del 19,2 per cento nei finanziamenti pubblici destinati all’innovazione scientifica e tecnologica.

“La Cina è appena entrata in una fase storica in cui il progresso tecnico e scientifico è diventato una calamita essenziale per lo sviluppo economico e sociale”, ha dichiarato solennemente Wen durante l’apertura dei lavori del Congresso. Il grande obiettivo del governo cinese, si legge in un comunicato ufficiale pubblicato dall’agenzia di stato Xinhua , è di destinare il 2,5% del PIL alla ricerca.

Un traguardo “da raggiungere entro i prossimi venti anni”, si augurano i membri del partito comunista. “La nostra ambizione”, dice Jia Kang, responsabile della commissione per lo sviluppo tecnologico, “è diventare il centro della ricerca scientifica mondiale entro il 2050”. Una meta ben più vicina, secondo un’ analisi effettuata dall’Unione Europea .

Se gli investimenti nella ricerca continuassero ad aumentare di questo passo, il Dragone scavalcherebbe l’Europa entro il 2010 e potrebbe raggiungere Stati Uniti e Giappone, forti di un rapporto tra PIL e spesa scientifica attorno al 3%. Attualmente, la Repubblica Popolare Cinese spende circa l’1,3% del prodotto interno lordo nel settore della ricerca applicata e si assicura il primo posto tra i paesi in via di sviluppo. L’Italia spende all’incirca l’1% del PIL: una cifra nettamente inferiore rispetto alla media approssimativa dei paesi europei, pari al 2,2%.

I legislatori di Pechino hanno voluto sottolineare che gli sforzi della comunità scientifica hanno finora permesso la realizzazione di “armamenti atomici, programmi d’esplorazione spaziale, lancio di satelliti e strutture informatiche all’avanguardia”. Il baricentro dell’alta tecnologia sta spostandosi sempre più verso oriente? Persino businessman occidentali del calibro di Bill Gates hanno confermato anche di recente la concretezza di questo scenario. I risultati degli investimenti cinesi nel campo delle scienze, aumentati esponenzialmente negli ultimi 10 anni, si possono già notare con facilità.

Il punto di forza del Dragone è infatti un efficientissimo sistema universitario che ogni anno forma centinaia di migliaia d’ingegneri e scienziati, motivati da una continua propaganda patriottica e nazionalista. Sotto il profilo informatico, il sistema accademico è dotato della rete IPv6 più grande di tutto il pianeta. Gli utenti Internet, circa 111 milioni, contano su un’ ottima infrastruttura per le comunicazioni digitali ad alta velocità e l’uso degli strumenti digitali sta prendendo sempre più piede.

Nel settore produttivo legato alle tecnologie informatiche la Cina ha già superato gli Stati Uniti . L’ alleanza strategica con l’India , siglata in nome del secolo asiatico dell’alta tecnologia , è poi destinato a diventare il trampolino di lancio per la conquista dell’industria globale del software.

Tommaso Lombardi

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Pubblicato il
7 mar 2006
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