Un report UNESCO sull’andamento della ricerca scientifica nell’ultimo quinquennio consente di fare il punto della situazione e di fotografare i principali trend che guidano gli investimenti attraverso una analisi sulle pubblicazioni scientifiche registrate. Non si tratta dell’UNESCO più nota al pubblico, ma della “United Nations Educational, Scientific, and Cultural Organization“, la cui analisi massiva consente di mettere in luce alcuni trend di particolare interesse.
Focus su IA e robotica
Anzitutto emerge con forza l’accento posto dall’industria su IA e robotica: è questo il comparto di maggior crescita, sebbene emerga altresì in parallelo una debolezza di fondo relativamente all’impegno per tecnologie innovative sostenibili ed in grado di favorire la transizione ecologica. L’aumento della ricerca nel comparto dell’automazione è stato improvviso ed importante in tutto il mondo industrializzato, con una crescita del 44% nel giro di un solo quinquennio e con l’Italia una volta tanto ai vertici della classifica relativa. Nello stesso periodo la ricerca in biotecnologie è addirittura in calo, mentre proprio IA e robotica sembrano essere individuati come driver di crescita fondamentali sui quali riversare gran parte degli sforzi.
Il nostro Paese non risulta altrettanto ben piazzato quando la classifica viene estesa ad un concetto più generale di “ricerca”, con una percentuale di investimento sul PIL ancora molto bassa rispetto ad altri Paesi come Germania, Francia o Regno Unito. L’Italia si fa notare tuttavia anche in termini di ricerche sull’energia, dimostrando quindi di aver poche cartucce a disposizione, ma di averle concentrate su ambiti molto ben individuati.
La prossima ricerca sarà relativa al quinquennio che comprende anche la pandemia, ove molti fondi sono stati dirottati verso la ricerca su vaccini, respiratori e altro materiale legato all’emergenza sanitaria. Sarà interessante capire come il mondo avrà complessivamente reagito ad uno sforzo similare ed in che modo ciò lascerà un segno sugli anni a venire. Con l’Europa che sembra voler mettere alle strette la Cina, peraltro: tutti elementi contestuali fondamentali, dai quali saranno declinate le nuove priorità e le reali intenzioni dei singoli Paesi di lavorare per l’obiettivo comune della transizione ecologica.