Il Presidente russo Dmitrij Medvedev, nel quadro di un’iniziativa del Cremlino tesa a promuovere l’impiego della lingua russa, ha richiamato l’attenzione sull’opportunità di ottenere nomi a dominio in caratteri cirillici .
La preoccupazione del Cremlino deriva dalla graduale influenza nella nazione della lingua inglese e dei dialetti locali, che stanno pian piano prendendo il posto della lingua ufficiale: per l’autorità russa si tratta di una questione di orgoglio nazionale .
Secondo Medvedev, 300 milioni di persone parlano russo e ottenere un nome a dominio in cirillico sarebbe di grande aiuto al supporto della lingua. Un impegno che il Presidente ha sottolineato essere tra le proprie priorità personali .
Al congresso internazionale della stampa russa, il Presidente ha detto: “Dobbiamo far di tutto per assicurarci i nomi a dominio in cirillico. Si tratta di una questione seria – ha sottolineato Medvedev – cioè del simbolo dell’importanza della lingua russa, non di un semplice attrito con gli standard. Ritengo che abbiamo buone possibilità di ottenere riscontro dal mondo della Rete”.
Ad oggi i siti Internet russi impiegano il normale alfabeto latino e i Top Level Domain di cui essi fanno uso sono il .ru e, in alcuni casi, il .su (ereditato da Soviet Union). Secondo alcuni esperti, ora il paese chiederebbe un TLD .rf , acronimo di Federazione Russa, ma scritto in cirillico.
La scelta deriverebbe anche da un’altra curiosa circostanza: sarebbe in effetti possibile limitarsi a traslitterare in cirillico il .ru , ma trasformandolo in caratteri latini si otterrebbe .py , che appartiene al Paraguay e, come spiegava il Guardian , ciò esporrebbe la Russia a qualche problema di sicurezza.
Alcune preoccupazioni riguardo all’iniziativa vengono dalle industrie, specie quella dell’intrattenimento: la diffusione di nomi a dominio in cirillico potrebbe rendere più difficoltoso controllare la legittimità dei contenuti in una sfera che, recentemente, ha assistito ad stretta più a fondo della morsa dei controlli.
Tuttavia il russo è una delle sei lingue principali delle Nazioni Unite ed è il sesto idioma più parlato al mondo dopo il mandarino, l’inglese, l’hindi, l’arabo e lo spagnolo.
Peraltro, sul funzionamento non dovrebbero esservi dubbi in quanto l’impiego di caratteri non latini è stato già sperimentato : la Cina ne fa regolarmente uso. Molto probabile, dunque, che il Presidente Medvedev riesca a breve termine nel suo intento.
Marco Valerio Principato
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