Londra – Il mondo dell’IT non è più lo stesso: consumerizzazione , BYOD (ora in calo), l’esplosione del fenomeno mobile e tutti gli altri avvenimenti di questi anni (più o meno passeggeri) hanno cambiato le dinamiche del mercato e le aspettative degli utenti. La lezione che si trae dalla presentazione al pubblico della piattaforma Core Vpro di quinta generazione (basata sul design Broadwell a 14nm) è che Intel ha registrato questo cambiamento: e ha deciso di cambiare essa stessa, a partire dal modo in cui mostra al mondo la sua nuova creatura.
Quanto raccontato in un pomeriggio intenso di keynote e demo rende piuttosto bene l’idea del pubblico a cui Intel intende rivolgersi, nonché il tipo di messaggio che vuole far passare: non una sola volta è stato nominato il silicio, il numero di transistor, il processo produttivo o la matrice dei modelli di CPU presentati in questa tornata . È una questione di esperienza d’uso, non di benchmark (un approccio che sta diventando tendenza nel settore ): come già accaduto nel caso di Core M, l’obiettivo di Intel è di rispondere alle aspettative pratiche e concrete dei suoi clienti e partner, invece che tentare di dimostrare a tutti la sua per lo più indiscutibile supremazia sul piano dei numeri.
È per questo che la piattaforma viene presentata in funzione delle novità che introduce per l’ambiente di lavoro: una rinnovata modalità di gestione della connessione agli schermi e ai proiettori senza l’ausilio di fili, il miglioramento della connettività wireless, l’inclusione nell’ecosistema dei dischi a stato solido, la possibilità di costruire laptop sempre più sottili, leggeri e con autonomia nell’ordine delle 10 ore e oltre . Invece di mostrare CPU e wafer di silicio, sul palco il vicepresidente responsabile della piattaforma Tom Garrison decide di portare l’esempio pratico di tutto questo: prodotti sottili e 2in1 come l’Elite X2 di HP, tablet-PC impermeabili e a prova di caduta come il Toughbook di Panasonic, dockstation wireless ancora realizzate da HP e così via.
Il risultato di questa scelta comunicativa potrebbe magari disorientare il reparto IT di un’azienda, ma sarà di estremo conforto per i manager che debbono decidere quali investimenti operare: a loro il messaggio arriva forte e chiaro. “In circolazione ci sono 170 milioni di PC che hanno quattro anni di vita o più sulle spalle – spiega a Punto Informatico Tom Garrison – Quello che vogliamo è mettere in chiaro quali vantaggi questa enorme popolazione di PC può trarre da questa piattaforma, dall’aggiornamento della infrastruttura: nuovi design molto moderni, una eccellente ottimizzazione per ciascuno degli aspetti che potrebbero interessare, che siano le performance o l’autonomia, o il peso, o il form factor. Oggi sono disponibili prodotti che quattro o cinque anni fa non esistevano affatto sul mercato”.
3rd to 5th Generation Intel® CoreTM vProTM Processor Family
Secondo i numeri forniti da Intel, investire in Core Vpro di quinta generazione può garantire miglioramenti nell’ordine del 150 per cento per le prestazioni e 200 per cento per l’autonomia : volendo, aggiunge Garrison, i benchmark stanno lì a confermarlo. Senza contare i benefici collaterali legati alle piattaforme Trusted (TPM e TXT), la cifratura integrata, la virtualizzazione, il wireless, la gestione remota dei sistemi (AMT giunto alla versione 10.0) e la loro sicurezza (così come quella dei dati in essi contenuti). “L’obiettivo finale è far sentire a coloro che utilizzano questi prodotti, i dipendenti di un’azienda – chiarisce Garrison a Punto Informatico – che hanno a disposizione gli strumenti giusti per portare a termine il proprio lavoro. Il tempo e le energie spese in fase di progettazione e sviluppo di questa piattaforma sono incredibili, con l’obiettivo di rendere più semplice da usarla sia a livello di gestione da parte degli amministratori (tramite gli strumenti da noi forniti o con appositi plugin nei pannelli di controllo dei sistemi operativi) che da parte degli utenti finali”.
Il ruolo dell’hardware ovviamente non può essere ignorato: sul piano tecnico essenzialmente i Core Vpro non differiscono dai Core di quinta generazione visti al CES di Las Vegas , con i quali condividono le novità in fatto di grafica integrata più potente e i miglioramenti derivanti dal passaggio al processo produttivo a 14nm. A questi elementi Intel somma alcune novità relative ad altri componenti che formano il prodotto Vpro: vale a dire il modulo Tri-Band Wireless-AC 17265 e il complementare Wireless Gigabit Sink-M 13100 . Sono questi due a rendere realtà molto dello sforzo per eliminare i cavi in ufficio, proposta che Intel identifica come l’autentica prossima rivoluzione dell’ambiente di lavoro.
Come già accennato le novità sostanziali sono due: una relativa alla connessione agli schermi esterni, l’altra alle periferiche tipiche della scrivania. La prima si incarna nel nuovo WiDi Pro , un complesso meccanismo di connessione a schermi e proiettori predisposti direttamente (in uscita a breve modelli Panasonic) o tramite adattatori da collegare alla porta HDMI, ma che grazie al lavoro svolto su hardware e driver risulta piuttosto semplice da usare: WiDi Pro somma alle capacità già conosciute e impiegate da tecnologie consumer, come Miracast, la possibilità di gestire vere e proprie riunioni nelle quali il controllo dello schermo comune può essere passato in modo dinamico e istantaneo di volta in volta allo speaker designato, garantendo al contempo privacy e riservatezza ai dati in transito.
WiDi pro è retrocompatibile con le versioni precedenti e con Miracast stesso : in questo modo si può partecipare alle riunioni anche con laptop consumer o dispositivi Android dotati di tecnologia analoga. Inoltre, questa nuova versione può essere attivata contemporaneamente al WiFi senza interferire: pertanto non limita in alcun modo la connettività generale del PC in uso. Tra i benefici del nuovo protocollo, Garrison sottolinea le rinnovate capacità di funzionare al meglio anche in ambienti di lavoro in cui lo spettro wireless sia già saturo: “Una performance robusta per quanto attiene la qualità del segnale video, senza fotogrammi persi. Oppure la capacità di stabilire, mantenere e sfruttare al meglio una connessione senza fili anche in ambienti congestionati. O ancora – aggiunge nel corso della conversazione con Punto Informatico – l’attenzione per la privacy e la riservatezza, garantiti dalla schermata di conferma che anticipa la condivisione vera e propria dello schermo ed evita che ci si colleghi ad esempio al proiettore sbagliato: magari della stanza accanto”.
Per concretizzare il sogno di scrivania su cui il laptop non sembri il ragno al centro di una ragnatela di cavi c’è invece Intel Wireless Docking : in questo caso la connessione avviene tra il PC e un modulo presente sulla scrivania, che ha tipicamente la forma di un cubo da 10-15cm di lato. Attraverso lo standard 802.11ad operante alla frequenza di 60GHz, Intel sostiene di essere in grado di garantire fino a 7Gbps di banda passante: abbastanza per tenere in funzione dischi esterni, un paio di monitor che si sommano a quello integrato nel laptop, dispositivi di input e quanto di solito si trova in un ufficio. Tutto questo hardware rimane connesso unicamente al cubo, che sul posteriore ha tutte porte necessarie allo scopo (USB, Displayport, DVI, ethernet ecc): in questo modo basta avvicinarsi alla scrivania per iniziare a lavorare senza bisogno di perdere tempo a collegare cavi, col beneficio aggiuntivo di poter anche condividere alla bisogna la stessa postazione (magari dotata di schermi ampi e costosi) tra più colleghi.
Top Reasons to Standardize on 5th Gen Intel® CoreTM vProTM Processor Family
La rinnovata piattaforma Vpro è stata sviluppata sin dalla stanza di progettazione tenendo conto delle indicazioni e delle richieste dei partner Intel, analogamente a quanto era già successo per Core M : questo secondo il chipmaker equivale a una certa modularità e progressività nelle configurazioni, che possono essere selezionate basandosi su criteri quali il prezzo o i consumi, e che dovrebbero offrire quindi una certa flessibilità nella scelta e nell’impiego delle diverse soluzioni e dei diversi componenti.
a cura di Luca Annunziata