Nella giornata di ieri Parallels ha rilasciato la versione 6 del famoso tool di virtualizzazione desktop, che consente di eseguire applicazioni Windows e Mac in parallelo sui computer Apple, senza bisogno di riavviare. Una versione con più di 80 ritocchi, che si impegna notevolmente per migliorare prestazioni, capacità video e qualità audio, aggiungendo anche una sfiziosa feature mobile.
Basta infatti andare sullo store di iTunes e scaricare il client mobile basato sulla classica piattaforma di servizi MyParallels, per utilizzare le applicazioni Windows in esecuzione su un computer Mac passando da iPhone e iPad. La (surreale) connessione avviene attraverso il web, WiFi o 3G, quindi la velocità della connessione avrà un certo impatto sulla reattività del sistema desktop, ma le prime prove parlano di controlli sorprendentemente precisi e reattivi, soprattutto utilizzando iPad in accoppiata con un Windows 7 che viene perfettamente ottimizzato per il touch, risultando addirittura piacevole da usare.
Secondo il produttore, inoltre, Parallels Desktop 6 è più potente e stabile. I tempi di esecuzione della grafica 3D sono migliorati del 40 per cento rispetto alla versione precedente, e secondo i dati forniti il tempo di avvio per le applicazioni Windows risulta due volte più rapido rispetto ai software della concorrenza che propongono servizi simili. Oltretutto, questo sesto update ha finalmente ridotto i tempi di accesso ai file che risiedono su chiavi USB, network e cartelle condivise. Ma la domanda nasce spontanea: con la prepotente diffusione di app native, tool convertiti e accessori clonati, ha ancora senso “emulare” il sistema operativo Microsoft su Mac?
Per toccare con mano e approfondire il discorso di persona è comunque possibile scaricare la versione di
prova . Il programma full può essere acquistato per 79,99 euro, mentre l’aggiornamento costa 49,99 euro. Passando da
questa pagina si può invece scaricare la versione 6 di Switch to Mac , utility trasloco di Parallels pensata per rendere meno traumatica la migrazione definitiva da fan di Windows a discepolo Apple.
Roberto Pulito