Scrive Daniele B.: “Leggo con stupore l’articolo La Finanziaria azzoppa la SIAE? . Una frase (del presidente SIAE, ndr.) in particolare mi turba: la SIAE che, al contrario della quasi totalità degli Enti pubblici , non versa in una condizione di dissesto ed anzi, pur senza apporti economici pubblici e sfruttando i soli proventi dei propri associati, ha un eccellente patrimonio ed un ottimo bilancio .
Scusatemi, ma non è così.
I proventi non sono solo quelli dei propri associati, bensì tutto il resto.
Basti pensare alle tasse SIAE applicate sui supporti digitali, sulle esibizioni musicali, teatrali, sulle opere letterarie, sui permessi per la proiezione o comunque visualizzazione di eventi pubblici attraverso mezzi di comunicazione come RADIO e TV.
Possiamo continuare con gli esercenti che vogliono far vedere le partite nei loro bar o che desiderano far suonare dei gruppi musicali. Il sig. Assumma, forse nel tentativo di difendere lo status della SIAE, ha solo ottenuto il risultato di una patetica distorsione della verità.
Credo che non piaccia a nessuno quando qualcuno gli vuole portare via i soldini, figuriamoci alla SIAE.
Parliamoci chiaro.
Se la SIAE chiude, non dispiace a nessuno”.