Si provi ad immaginare di essere dei terroristi il cui obiettivo è piazzare una bomba in un luogo sorvegliato da droidi guardiani pronti a crivellare chiunque abbia solamente pensato un’azione del genere. Non si tratta di uno dei pochi esempi di sci-fi partoriti da Andrea Pazienza ma di uno studio condotto nell’ambito del progetto Humabio, Human Monitoring and Authentication using Biodynamic Indicators and Behaviourial Analysis .
La ricerca, svolta in Grecia sotto l’egida dell’Unione Europea , ha come obiettivo quello di creare uno scanner capace di analizzare gli schemi delle attività cerebrali , definendo al cento per cento l’identità dell’individuo controllato senza sfiorarlo minimamente. Ad oggi sono stati eseguiti dei test su 14 volontari la cui frequenza cardiaca, insieme ai dati biometrici relativi a cervello, voce e viso , è stata memorizzata su un chip RFID impiantato in precedenza, dotandoli sostanzialmente di una banca dati personale .
Questi elementi servirebbero per fornire agli ufficiali di confine uno strumento che potrebbe rendere inequivocabile l’identificazione di sospetti terroristi in luoghi generalmente definiti a rischio come aeroporti, ambasciate e frontiere statali.
Alcuni esperti di sicurezza caldeggiano l’utilizzo di un sistema che non si limiti ad analizzare un solo tratto fisiologico, ma che anzi sia capace di incrociare dati differenti, magari senza doversi intrufolare le corpo dei sospetti. Dello stesso avviso l’agenzia statunitense IARPA , Intelligence Advanced Research Projects Activity , che ha dichiarato al Guardian di essere interessata esclusivamente a rilevatori biometrici non invasivi.
Dall’altra parte dell’Oceano Atlantico il Regno Unito sembra essere molto interessato agli sviluppi del progetto Humabio, tanto che il ministero degli Esteri ha stanziato 15 milioni di sterline per aggiungere alla panoplia di misure di sicurezza anche quei dispositivi basati sull’acquisizione e il confronto di dati biometrici. Entro la fine di agosto è infatti prevista l’entrata in servizio dei primi dieci automated facial recognition gates , che verranno installati nei maggiori scali aeroportuali dell’isola.
Gli scanner antiterrorismo non sono certo una novità: già due anni fa negli USA si parlava di dispositivi in grado di localizzare presunti attentatori analizzando i loro dati biometrici e confrontandoli con quelli di un ipotetico terrorista modello.
Tuttavia, secondo gli scienziati, le possibilità applicative delle tecnologie offerte da Humabio sarebbero molto più ampie: aeroporti e ambasciate non sarebbero dunque i soli enti a poterne beneficiare. Infatti una collaborazione tra ricercatori europei e tecnici di Volvo ha portato alla messa a punto di un particolare sedile, munito di sensori capaci di registrare la posizione assunta da chi vi si siede sopra , che potrebbe rivelarsi estremamente utile nel contrastare furti e sequestri di veicoli. Il sistema dovrebbe bloccare il motore nel caso in cui il conducente, i cui dati biometrici siano stati inseriti nel computer di bordo, abbandoni il posto di guida.
Giorgio Pontico