Un lavorio indefesso, metodico: zelante, detergente alla mano, Edward Sobolewski si affaccendava nella stanza dedicata ai server della sede di Frost and Sullivan per cui lavorava nel settore della contabilità. Curvo sulle macchine, spruzzava copiosamente. Un panno per le rifiniture, per rimuovere il colare del liquido in eccesso.
L’ultimo schizzo, nel 2012. Lo hanno immortalato nel buio le telecamere a circuito chiuso dell’azienda. “È entrato nella stanza con una inconfondibile bottiglia viola di Cillit Bang – racconta il Pubblico Ministero Steve Malloy ad un giudice della Oxford Crown Court – e il giorno successivo è stato visto spruzzare il liquido attraverso le griglie dei computer e pulire con una pezza il fluido in eccesso”.
Tre anni di detersione sistematica dei server sono costati a Sobolewski 8 mesi di carcere e 10mila sterline. Perché, altrettanto sistematicamente, Frost and Sullivan era costretta a radunare d’urgenza squadre di tecnici che ponessero rimedio ai continui disservizi delle apparecchiature, apparentemente immotivati. 32mila sterline di danni, nel giro di tre anni.
Sobolewski, messo alle strette dalle immagini catturate dalle telecamere di sorveglianza, ha confessato: non stava semplicemente pulendo, si trattava di un sabotaggio in piena regola, motivato da un mancato aumento di stipendio. ( G.B. )