Lo scandalo delle 11 spie sotto copertura al soldo di Mosca è una storia a base di messaggi segreti, scambio di informazioni su pagine web pubblicamente accessibili e fondi nascosti nel sottosuolo di New York come ai bei tempi della Guerra Fredda tra USA e URSS. L’FBI prende molto sul serio il “circolo” di spie appena scoperto descrivendone nei dettagli le attività e gli strumenti operativi , mentre la Russia nega ogni addebito e accusa: è una vicenda tutta interna alla politica a stelle e strisce.
L’accusa sostiene che gli undici sospetti spioni – comprendenti 5 coppie – avevano la missione a lungo termine di fornire informazioni riservate all’SVR (versione moderna del KGB sovietico) sulle politiche USA nei confronti dell’Iran, la ricerca nucleare, i capi della CIA, le politiche sviluppate in seno al Congresso e molti altri argomenti tipici delle spy story.
Le presunte spie sovietiche si erano ben mimetizzate all’interno della banalità quotidiana e dello stile di vita americano , al punto che c’è chi si dice incredulo e rifiuta le tesi degli agenti federali sulla reale natura di quelli che fino a ieri erano soltanto amici e vicini perfettamente integrati.
Eppure l’FBI aveva cominciato a indagare sul circolo di spie sotto copertura già nel 2005, quando a una delle coppie ora incriminate fu perquisita la casa individuando una serie di dischi protetti da password con i relativi codici segreti archiviati su fogli di carta tenuti a parte. Nel materiale sequestrato – inclusivo anche di un hard disk – gli agenti trovarono URL di siti web e un programma di cifratura dei dati per mezzo di tecniche steganografiche.
E proprio la steganografia , arte antica e insieme avanzatissima (grazie alla tecnologia digitale) di nascondere messaggi segreti all’interno di qualcos’altro, sarebbe stata la tecnica usata in prevalenza dalle 11 spie per comunicare tra di loro, trasferire le informazioni a Mosca e ricevere istruzioni sulle mosse da fare o sui luoghi in cui ritirare i fondi per mantenere l’operazione.
Grazie alla steganografia le spie erano in grado di nascondere mappe e messaggi testuali all’interno di immagini presenti su siti web pubblicamente accessibili, accusa l’FBI, organizzando in tal modo i meeting di tutti i componenti dell’operazione, lo scambio di informazioni, la consegna di laptop e altro ancora.
Alle pesanti accuse di polizia e autorità statunitensi la Russia risponde sprezzante , irridendo le presunte tecniche di scambio informazioni individuate dagli investigatori – troppo primitive per essere realistiche, dice Mosca – e chiamando in causa la politica e l’opposizione interna come possibile spiegazione del “complotto” . Obama non piace ai repubblicani, ha sostenuto Yevgeny Minchenko dell’Istituto Internazionale di Expertise Politico, quindi è ragionevole ipotizzare un tentativo da parte dei repubblicani di distruggere il presidente USA prima della fine del suo mandato.
Alfonso Maruccia