Non si parla di schianto, ma più di un rientro calcolato: la ISS, Stazione Spaziale Internazionale, atterrerà sulla Terra nel 2031 secondo la NASA. La base continuerà a lavorare fino al 2030, poi verrà fatta rientrare con uno schianto controllato.
A confermarlo è il report di questa settimana, dove la NASA ha affermato che la ISS si schianterà in un punto dell’Oceano Pacifico chiamato Punto Nemo, chiamato dai molti come il cimitero spaziale, visto che è il punto più lontano dalla terraferma.
La Stazione Spaziale Internazionale smetterà di essere usata nel 2031
La Stazione Spaziale Internazionale, nata dalla collaborazione di 5 agenzie diverse, è in orbita dal 1998 e dal 2000 ha sempre avuto un equipaggio. Più di 3.000 ricerche sono state fatte all’interno del suo laboratorio in microgravità. Ad oggi ha diritto di operazione fino al 2024, ma con tutta probabilità verrà esteso fino al 2030, anno in cui la NASA prevede la chiusura.
Da lì in poi, l’agenzia utilizzerà i progetti del settore commerciale per fare ulteriori lavori in bassa orbita. Phil McAlister, direttore commerciale del quartier generale della NASA, dice:
Il settore privato è tecnicamente e finanziariamente capace di sviluppare e operare in modo commerciale nelle destinazioni a bassa orbita terrestre, con l’assistenza della NASA.
Nel 2020, l’agenzia spaziale ha stretto un contratto con un’azienda texana, la Axiom Space, per costruire almeno un modulo abitabile da poter essere attaccato alla ISS. La stessa NASA ha dato fondi a tre aziende per sviluppare design per alcune destinazioni spaziali.
Ora sappiamo che queste idee potranno aver vita solo fino al 2030, anno in cui la ISS atterrerà, schiantandosi nel Pacifico, sulla Terra. Il motivo sembra essere di carattere economico: fare operazioni con aziende private permetterebbe all’agenzia di risparmiare 1,3 miliardi di dollari, che verrebbero prontamente riallocati verso la ricerca nello spazio profondo, la frontiera più interessante degli ultimi periodi (da come possiamo vedere con le recenti missioni).