E dopo Windows, tocca anche a Microsoft essere “reinventata” e “reimmaginata”: Steve Ballmer dà corpo e sostanza alle voci che si rincorrevano da settimane, e alla chiusura di una tornata intensa di conferenze dedicate a sviluppatori (Build) e partner (WPC) rilascia un memoriale e scrive una lettera ai dipendenti per spiegare come sarà la Microsoft del futuro . Non più un’azienda ingessata in divisioni legate a specifiche linee di business ciascuna con una propria strategia, quanto piuttosto un organismo quanto più possibile unico e con una strategia singola per affrontare il mercato.
Nel complesso , l’idea di Ballmer è semplice: poichè fino a oggi Microsoft ha avuto successo nel creare software e alcuni prodotti come Xbox, perchè non dovrebbe riuscire a trasportare questo successo su altri paradigmi? Basandosi sulle fondamenta quali la già citata console videoludica e il sistema operativo Windows, Redmond dovrebbe costruire una galassa di servizi (quali Skype, Skydrive, Bing, Azure) con cui implementare una strategia basata sull’ esperienza unificata su tutte le piattaforme . In altre parole, poichè un grosso vantaggio competitivo oggi detenuto da BigM è di essere presente in forze su parecchi mercati, è necessario che una strategia unica guidi gli sforzi per ottenere un’esperienza utente omogenea su tutti gli schermi su cui Microsoft è presente.
Sul piano filosofico, Ballmer delinea diverse linee guida che dovrebbero ispirare il futuro sviluppo a Redmond: “I documenti passeranno da essere stampati a essere vissuti”, scrive, cercando di illustrare il passaggio dalla carta al digitale nelle vite di studenti e lavoratori, e dunque sarà necessario cambiare l’approccio con cui il software (come Office) permette di interagire con i dati degli utenti stessi. Lo stesso vale per le aziende: cambiano i metodi e le modalità con cui le decisioni vengono prese, e dunque deve cambiare il modo in cui Microsoft mette in comunicazione e fa interagire le componenti aziendali quando il suo software è presente.
Alcuni elementi faranno da collante tra queste diverse realtà: l’esperienza del social network, non costruita in alternativa a quelli esistenti ma sfruttandone e ampliandone le capacità. Il “serious fun”, che non è un ossimoro e neppure la gamification , bensì la costruzione di un’esperienza utente appagante in ogni situazione. E infine, Microsoft non fa mistero di voler implementare con maggiore costanza una propria linea di device da affiancare a quelli dei suoi partner consolidati, affinchè le innovazioni pensate a Redmond riescano a farsi strada sul mercato: e, lo scrive nero su bianco, questo sforzo riguarderà telefoni, tablet, PC, dispositivi ibridi multifunzione (2 in 1) e dispositivi da collegare alla TV. Il tutto sarà “unificato” sotto l’egida dell’interfaccia Modern varata con Windows 8, e ulteriormente evoluta passo dopo passo per tenere al centro dell’esperienza i dati degli utenti e le informazioni che la loro rete sociale gli farà pervenire attraverso i canali Internet.
Per costruire questo “ecosistema”, Microsoft sarebbe nella posizione unica di potercela fare da sola (in collaborazione con i partner, si intende): “Porteremo i nostri prodotti e i nostri clienti in nuovi posti. Seguiremo una nuova strada centrata sul garantire attività complesse su una famiglia di device con servizi integrati”. Soprattutto, Microsoft non si rassegna all’idea di essere esclusa da qualsiasi mercato : citando nientemeno che il mitico giocatore di baseball Babe Ruth, Ballmer chiude dicendo che “È difficile battere qualcuno che non molla mai”. E questa sara lo spirito con cui Microsoft affronterà la ristrutturazione.
Sul piano pratico , Microsoft si accinge a dire addio alle attuali divisioni che la vedono divisa tra consumer ed enterprise: saranno 12 le divisioni in cui sarà organizzata l’azienda , con un approccio funzionale. Terry Myerson , che fino a oggi ha guidato gli sforzi per Windows Phone, sarà al comando del fondamentale “Operating System Engineering Group” che guiderà uno sforzo trasversale sugli OS che equipaggiano ed equipaggeranno smartphone, PC e persono le console: contemporaneamente, il core del sistema cloud Microsoft sarà disegnato e sviluppato da questo stesso gruppo. Julie Larson-Green , che ha preso le redini di Windows dopo l’uscita di Steven Sinofsky, guiderà invece il “Device and Studios Engineering Group” con il compito di realizzare quella parte hardware che fa da co-protagonista nella visione di Ballmer.
Satya Nadella e Qi Lu avranno il controllo di altre due divisioni che sono gli altri due pilastri della strategia : rispettivamente “Cloud and Enterprise Engineering Group” che dovrà garantire la crescita dell’ecosistema di servizi e della piattaforma Azure, e “Applications and Services Engineering Group” che dovrà garantire il successo delle attività Internet di comunicazione e produttività. Ma Microsoft dice stop allo sviluppo isolato di software e servizi: niente più “isole” ma una visione “olistica” che consenta un progress organico.
Il resto della struttura non subirà lo stesso tipo di stravolgimento: il COO Kevin Turner resta al suo posto, lo stesso dicasi per Kirill Tatarinov per quanto attiene Dynamics e Tami Reller che assieme a Mark Penn guiderà marketing e advertising. Brad Smith resta a capo dell’ufficio legale, Amy Hood guiderà la contabilità facendo capo a Kevin Turner, l’ufficio del personale sarà diretto da Lisa Brummel con il compito di contribuire alla maggiore unificazione e collaborazione tra le diverse anime del gruppo. Le figure di primo piano che cedono lo scettro sono Kurt DelBene, Craig Mundie e Rick Rashid, che o lasceranno (nel primo caso) l’azienda, o vedranno ridimensionato il proprio ruolo.
Le cinque parole chiave che Ballmer sceglie per comunicare la strategia ai dipendenti sono: rapidità, comunicazione, collaborazione, decisione e motivazione ( nimble, communicative, collaborative, decisive, motivaded ). “Una sola strategia, coesa, con grande comunicazione, decisione ed energia positiva è l’unico modo di volare”. Il riferimento alla storica leggenda secondo cui ciascuna divisione a Redmond sarebbe ostile a tutte le altre è evidente : il principale ostacolo che Steve Ballmer incontrerà in questo suo sforzo per creare Microsoft 3.0 sarà garantire vera e fattiva collaborazione tra le diverse anime dell’azienda.
Luca Annunziata