Avete appena acquistato un televisore UHD o 4K? Sappiate che è già sorpassato. O potrebbe esserlo presto, guardando lo stato dell’arte dell’evoluzione tecnologica. Seppure in Italia le trasmissioni 4K siano ancora a un livello sperimentale (come la finale di Champions League trasmessa da Mediaset e alcuni incontri degli Europei di calcio sulla Rai via satellite), e non si conosca ancora la data in cui diverranno regolari, in Giappone lo spettacolo dell’Ultra Alta Definizione è una realtà consolidata da tempo: tanto che ora il Paese del Sol levante punta al 2020 per l’avvio di trasmissioni ufficiali in 8K, o Super Hi-Vision secondo la terminologia coniata dall’ente televisivo giapponese NHK.
I telespettatori nipponici potranno avere un primo assaggio del futuro in occasione delle XXXI Olimpiadi di Rio de Janeiro , in programma dal 5 al 21 agosto. L’OBS (Olympic Broadcasting Services) ha infatti comunicato che riprenderà 130 ore di eventi in 8K, su un totale delle 7mila complessive dei Giochi, che comprenderanno le spettacolari cerimonie di apertura e chiusura. Tra le discipline che saranno trasmesse in Super Hi-Vision figurano nuoto, judo, atletica leggera e calcio. Le riprese in 8K serviranno anche a fornire contenuti in Ultra HD-4K per trasmissioni test che, come già detto, riguarderanno anche l’Italia. Tutti gli altri eventi delle Olimpiadi di Rio saranno trasmessi in formato Full HD (1080p) con audio surround 5.1 canali. I giapponesi saranno quindi i primi a potersi deliziare della definizione 4320p, sedici volte quella Full HD (1080p), presumibilmente in spazi pubblici dal momento che gli apparecchi televisivi compatibili sono ancora scarsamente diffusi nelle abitazioni.
Sigle: facciamo chiarezza
I termini Ultra HD, 4K e 8K sono spesso utilizzati in modo poco corretto. Diciamo innanzitutto che il termine giusto per indicare gli schermi e le trasmissioni che vanno oltre l’HD (risoluzione 1080p) è Ultra HD (Ultra High Definition Television) , nome dato allo standard approvato dalla SMPTE con il documento ST 2036 .
Il primo elemento di confusione nasce dal fatto che questo standard prevede due diverse risoluzioni, denominate rispettivamente 1 e 2.
La UHDTV1 è pari a 3840×2160 pixel ed è quella che, tanto per aumentare la confusione, viene erroneamente indicata dai costruttori di tv come “4K” (con l’intento di creare una semplificazione a fini commerciali). In realtà, il formato 4K è destinato alle sale cinematografiche, tanto che prevede un rapporto d’aspetto di 21:9 e non 16:9 come quello televisivo. La UHDTV2, invece, è pari a 7680×4320 pixel . Ad essa è stato attribuito l’appellativo “8K”, ma i giapponesi della NHK (che ne sono i maggiori artefici) preferiscono chiamarla Super Hi-Vision.
Ecco dunque chiarito il significato delle due sigle: 4K perché la risoluzione orizzontale si avvicina a 4000 pixel (il suffisso K, indicando le migliaia, aggiunge tre zeri), 8K perché la stessa risoluzione è prossima a 8000. Per analogia, dunque, la risoluzione Full HD andrebbe considerata come 2K, ma tale denominazione non è mai stata utilizzata a livello commerciale.
Le figure che seguono aiutano ad avere un immediato impatto visivo sulle differenze tra i vari formati.
Secondo gli esperti della NHK, le immagini fornite da un display 8K sono talmente definite da non consentire a chi guarda di riconoscere i singoli pixel , come avviene usualmente con gli schermi di risoluzione inferiore. Si tratta di una frontiera decisiva per la riproduzione elettronica delle immagini, oltre la quale non è possibile andare senza uscire dagli angusti confini della visione bidimensionale. Come spiega il professor Yoshihiro Fujita, ordinario di tecnologie di trasmissione all’Università Ehime ed ex manager degli Science and Technology Research Laboratories della NHK e che si occupa di questa tecnologia fin dagli esordi: “Il senso di realismo che si può avere da un display 8K non può essere migliorato, ad esempio passando a tecnologie come 16K o 32K”. Siamo dunque a un punto finale? Certamente no, ma la strada dell’evoluzione nel prossimo futuro dovrà passare per il 3D (in una chiave diversa da quella finora proposta) e la realtà virtuale.
Specifiche tecniche e dispositivi
Dal punto di vista tecnico, la TV 8K prevede un rapporto di aspetto 16:9 su schermi da 33 megapixel (7680×4320 pixel). Un singolo fotogramma UHDTV contiene quindi in altezza e larghezza 16 volte il numero di pixel di un fotogramma Full HD. Il segnale non compresso si trasferisce a 24Gbit/s. Oltre alla risoluzione, a differenziare la UHDTV dall’attuale HDTV ci sono anche il frame rate raddoppiato e l’audio multicanale, che passa da 5.1 canali a 22.2 , per effetti surround decisamente più coinvolgenti.
Come abbiamo già accennato la madre di questa tecnologia televisiva è NHK, il servizio pubblico radiotelevisivo giapponese, che l’ha sviluppata insieme a un gruppo di broadcaster europei: BBC, Rai, ORF, SRG SSR, ARD e ZDF. Le radici della Super Hi-Vision risalgono addirittura al 1995, ma è solo nel 2007 che i nuovi formati video diventano uno standard. Iniziano poi una serie di esperimenti, suggellati da test pubblici di trasmissione del segnale nel formato 4320p via satellite, via cavo e, infine, tramite rete digitale terrestre. Nel 2012 la Super Hi-Vision è ormai una tecnologia matura e pronta per essere accolta e sviluppata dall’industria degli apparecchi televisivi e dai broadcaster, specialmente dopo avere ricevuto l’ imprimatur dell’ITU (International Telecommunications Union).
Sempre sul fronte tecnologico, nel febbraio 2012 la NHK realizza il primo sensore CMOS per videocamere in grado di registrare in formato nativo UHDTV, con un frame rate di 120 fps. Una delle prime telecamere cinematografiche 8K (la PMW-F65) è sviluppata dalla Sony . Nello stesso anno Sharp presenta al Consumer Electronics Show (CES) di Las Vegas il primo prototipo di televisore 8K, il modello LV-85001 , 85 pollici, messo poi in commercio nel 2015 allo stratosferico prezzo di 130mila dollari.
A gennaio 2016, sempre in occasione del CES di Las Vegas, LG presenta l’UH9800, il primo tv 8K “production-ready”, cioè per la produzione in serie e non un prototipo, dalle mastodontiche dimensioni di 98 pollici di diagonale . Un prodotto analogo è presentato, nella stessa sede, anche da Samsung ( UN98S9 ). Grazie alla rapida evoluzione delle tecniche di produzione e alle previsioni di vendita, questi modelli dovrebbero avere un costo sensibilmente inferiore all’85 pollici Sharp, anche se Samsung e LG non li hanno ancora inseriti a listino.
Per contrastare la concorrenza, Sharp ha risposto lanciando il modello ( LC-80XU30 , reclamizzato con l’ambigua denominazione “4K Next” e “8K”. Tanto che viene da chiedersi: è un 4K o un 8K? Analizzandone in dettaglio le caratteristiche si scopre che la risoluzione del pannello LCD è quella di un 4K (3840×2160), ma il numero di pixel dello schermo è notevolmente superiore a quello di un comune Ultra HD. Sharp ha utilizzato infatti la propria tecnologia Quattron Pro, che prevede l’aggiunta di un quarto colore, il giallo, ai tre primari: rosso, verde, blu (RGB). Ma non solo: ogni pixel viene suddiviso in due sub-pixel, raddoppiando la luminanza dell’immagine, che risulta composta non solo dal trio RGB (rosso, verde, blu) ma anche dal BYR (blu, giallo, rosso).
Con questo espediente, Sharp è riuscita a produrre un televisore la cui resa, in termini di percezione delle immagini, si avvicina molto a quella di un 8K, pur senza impiegare i costosi pannelli LCD a risoluzione 4320p.
Sfida tra Giappone e Cina
Se il Giappone può essere considerato la patria dell’evoluzione tecnologica della TV in Ultra Alta Definizione, la Cina, con i suoi numerosi abitanti e il suo continuo trend di crescita, promette di essere il mercato più interessante per i nuovi televisori 8K. Secondo i dati statistici dell’istituto IHS il boom dei televisori 8K è previsto nel 2020 , in concomitanza con le Olimpiadi di Tokyo. Secondo uno dei maggiori analisti della società, Paul Gray, “L’utente medio cinese è molto propenso all’acquisto di nuovi prodotti pur di essere sempre aggiornato. Ciò permetterà una rapida espansione di TV 8K, soprattutto nella versione da 65 pollici. Elemento da non sottovalutare è, inoltre, la scaramanzia dei cinesi, che considerano il numero 8 un portafortuna e ciò potrebbe influenzare considerevolmente la diffusione di questo nuovo tipo di tecnologia. Infatti, la fonetica della parola otto è molto simile a ricco, che indica prosperità e successo”.
IHS prevede che la produzione dei pannelli LCD a Ultra Alta Risoluzione passerà dal 4 per cento attuale al 35 per cento nel 2018. Sempre secondo Gray, “le emittenti televisive dovranno essere pronte ad effettuare il rapido aggiornamento delle loro attrezzature per restare al passo con i tempi, poiché la diffusione dei nuovi apparecchi TV 8K potrebbe essere più rapida del previsto”.
Il maggiore ostacolo alla crescita dei televisori 8K sono le preferenze dei consumatori in fatto di dimensioni dello schermo. “La 8K necessita di schermi molto grandi, altrimenti la maggiore definizione non è visibile alle normali distanze di visione – prosegue Gray – Le dimensioni medie degli schermi sono cresciute di un pollice all’anno nello scorso decennio, ma siamo ancora lontani dal poter considerare gli schermi oltre i 70 pollici come di uso comune. Un’accelerazione alla diffusione di TV 8K potrà venire, quindi, dalla capacità di fabbricare televisori nel formato 65 pollici”.
Pierluigi Sandonnini