Non più cellulari o smartphone, ma più precisamente “dispositivi multi-funzionali”: è questa la formula proposta dalla Commissione Europea agli stati membri per ridefinire il concetto di telefonino evoluto, e imporre agli stessi apparecchi una tassazione aggiuntiva basata sulle eventuali dotazioni tecniche di cui fossero equipaggiati. Una proposta a cui al momento parrebbero aver risposto unicamente i produttori di questi dispositivi, singolarmente e per bocca di un’associazione che riunisce diverse aziende del comparto telefonia mobile.
Ad essere interessati dalla nuova norma sarebbero tutti i dispositivi che incorporino ricevitori TV e localizzatori GPS : per tutti i cellulari in grado di consentire la visione dei canali televisivi con qualsiasi protocollo, e per quelli dotati di Google Maps o navigatori terrestri, scatterebbero delle imposte aggiuntive rispettivamente del 14 e del 3,7 per cento. Costi che, secondo i rappresentanti delle aziende produttrici, finirebbero per riflettersi automaticamente sul costo finale del telefono e quindi sulle tasche dei consumatori.
“Questi nuovi balzelli condurrebbero inevitabilmente ad un grosso aumento nel prezzo finale – ha confermato una portavoce di Sony-Ericsson – in un momento nel quale tutti tentano in ogni modo di contenere i prezzi”. Inoltre, la nuova tassazione entro pochi anni potrebbe riguardare una larga fetta del mercato : “Sebbene siano pochi i dispositivi così sofisticati prodotti oggi – chiarisce Nokia – grazie al rapido progresso tecnologico il numero di dispositivi coinvolti aumenterebbe significativamente nei prossimi mesi e anni”.
I motivi che avrebbero spinto la Commissione a formulare questa proposta sarebbero legati ad iniziative simili in procinto di partire in due stati membri: Olanda e Germania. La scelta dell’organismo europeo andrebbe dunque verso una semplice unificazione della tassazione su tutto il mercato dei 27: il risultato potrebbe essere un aumento dei prezzi finali dei telefonini più avanzati tecnologicamente, in una forbice compresa tra 5 e 40 euro a seconda del modello.
A farne le spese, comunque, oltre ai produttori dei terminali – che già hanno fatto sentire la propria voce attraverso l’associazione che li riunisce, l’ EICTA – sarebbero anche i fornitori di servizi di TV mobile , che per altro non esistono ancora in tutti i paesi dell’Unione. Un business, quest’ultimo, agli albori e che potrebbe essere seriamente minacciato da questa nuova tassazione che scoraggerebbe dall’acquisto di dispositivi abilitati alla ricezione dei canali in mobilità.
Da parte sua, la Commissione getta acqua sul fuoco. Si tratta solo di una proposta, fanno sapere da Bruxelles, che non verrà discussa prima di alcuni mesi e che non ha alcun carattere definitivo. Difficile comunque pensare che i produttori e gli operatori coinvolti non tenteranno di ostacolarla, anche visti i propositi protezionisti già pronunciati dal presidente di turno del Consiglio Europeo, il primo ministro francese Sarkozy, e alla luce di un mercato europeo dei dispositivi cellulari in contrazione dall’inizio del 2008.