Sfruttando una tecnica già nota da tempo, ma ancora poco sfruttata nel campo dei chip per computer, una coppia di scienziati statunitensi ha realizzato una “ventola a stato solido”, ossia un dissipatore per CPU capace di creare una corrente d’aria senza l’uso di parti meccaniche in movimento. Il risultato è un sistema di ventilazione virtualmente privo di emissioni acustiche e in grado di consumare solo una frazione dell’energia richiesta dai comuni dissipatori attivi.
La piccola “ventola senza ventola”, chiamata RSD5 , è l’apice di un progetto di ricerca durato sei anni e finanziato dallo US National Science Foundation ( NSF ). I due inventori sono Dan Schlitz e Vishal Singhal della Thorrn Micro Technologies , una società che intende utilizzare la tecnologia alla base di RSD5 per produrre ventole a stato solido commerciali, adatte ad essere utilizzate sui personal computer, in specie quelli portatili, e su molti altri dispositivi elettronici.
RSD5 sfrutta lo stesso fenomeno fisico alla base dei depuratori d’aria, il cosiddetto effetto corona , che si manifesta quando una corrente elettrica fluisce tra un conduttore a potenziale elettrico elevato ed un fluido neutro circostante, in questo caso aria. La differenza di potenziale – che dev’essere sufficiente a provocare la ionizzazione del fluido isolante (l’aria) ma insufficiente ad innescare un arco elettrico – fa sì che l’aria diventi plasma e conduca elettricità. In breve, gli ioni fluiscono dall’elettrodo ad elevato potenziale (il cavo elettrico) verso quello a basso potenziale: in questo spostamento gli ioni collidono con le molecole neutre dell’aria, creando una pressione capace di generare una corrente d’aria.
Nel caso di RSD5, i due ricercatori affermano che la corrente d’aria generata è fino tre volte maggiore di quella creata da un comune ventolina di raffreddamento per CPU, ma la dimensione del dissipatore è circa un quarto. Più nel dettaglio, Schlitz e Singhal sostengono che una loro ventola a stato solido da un centimetro cubo è sufficiente per raffreddare un chip da 25 watt.
Il principio fisico sui cui si basa il dissipatore dei due scienziati americani viene già utilizzato da tempo in dispositivi come i depuratori d’aria, le fotocopiatrici e certi laser. Ma una tecnologia simile a quella di RSD5 è già stata impiegata anche nel campo della dissipazione del calore, e in particolare da alcuni modder particolarmente inventivi e intraprendenti. RSD5 è tuttavia il primo dissipatore di questo tipo ad essere stato concepito per la produzione in serie e per l’eventuale integrazione all’interno dei chip in silicio.