Gli astronomi hanno trovato il primo pianeta potenzialmente abitabile fuori dal Sistema Solare: un pianeta roccioso dotato delle più basilari ed essenziali condizioni per supportare una vita extraterrestre.
Chiamato Gliese 581G, ribattezzato Zarmina (in onore della moglie di uno dei ricercatori), il pianeta, uno dei più vicini alla Terra, si trova a 20 anni luce dal nostro sistema solare, nella costellazione di Libra, ancora improponibile da visitare per un terrestre,.
Il pianeta, analizzato da lontano, sembrerebbe promettere bene: “Questo è il nostro primo pianeta Riccioli d’Oro, la giusta dimensione alla giusta distanza dal suo sole (una nana rossa ndr)” spiega l’astronomo Paul Butler del Carnegie Institution di Washington, “e ci permette di superare una soglia”. Queste misure prometterebbero l’esistenza di un’atmosfera e di acqua allo stato liquido, con una temperatura di superficie stimata in media tra i meno 31 e i meno 12 gradi Celsius , con una netta divisione, grazie all’inclinazione dell’asse, tra zone fredde e più temperate. La stessa orbita seguita dai pianeti che creano il sistema solare di cui fa parte, inoltre, è circolare e paragonabile a quella del nostro.
La scoperta, attesa da anni e giunta a completamento di undici anni di raccolta dati ( finanziati dalla National Science Foundation e dalla NASA) segnerebbe, infatti, idealmente l’apertura di una nuova era nella ricerca della vita nello spazio, anche se non la assicura : semplicemente mostra che le possibilità ci sono e che potrebbero essere molto più elevate del previsto visto il numero di pianeti ancora da analizzare. Finora sono stati studiati, con una tecnica che misura le lievi variazioni gravitazionali che i pianeti orbitanti provocano sulle loro stelle, solo 9 dei 116 sistemi solari raggiungibili con questo studio.
Intanto, la suggestione della vita su altri pianeti non può che far piacere alle aziende private russe che hanno annunciato l’intenzione di costruire alberghi orbitanti intorno alla Terra.
A questa stazione spaziale con scopi commerciali (per il momento ribattezzata semplicemente Commercial Space Station , CSS) programmata per il 2015-16, stanno collaborando Orbital Technologies e Rocket and Space Corporation Energia (RSC Energia). Dovrebbe inoltre collaborare l’Agenzia spaziale russa, anche perché gli scopi potrebbero essere collegati anche a ISS e ad ospitare gli astronauti ufficiali in caso di sua manutenzione.
Sul mercato, in realtà, si trova già la statunitense Bigelow Aerospace, che avrebbe in programma di lanciare un grande modulo spaziale con questo scopo già nel 2011.
Claudio Tamburrino