Web – Una piccola ma importante svolta sul fronte della tecnologia utilizzata per condurre esami clinici arriva da un team di ricercatori israeliani e britannici che ha messo a punto la “cam che si inghiotte”.
Si tratta di un microdevice, grande quanto un “pillolone” tradizionale, che dispone di una piccola ma efficiente sorgente luminosa e una microtelecamera. Una volta ingerito dal paziente, il device fa il suo percorso all’interno dell’organismo registrando tutto quello che vede su un dispositivo digitale. Questo si trova all’interno di una cintura che il soggetto deve indossare. Il dispositivo eè in grado di registrare fino a sei ore di riprese.
Stando ai medici, le immagini fornite dalla piccola cam possono sostituire quelle ottenute con le endoscopie e rettoscopie tradizionali. Pare inoltre che non tutte le immagini dell’intestino ottenute con il nuovo dispositivo possano essere “catturate” con le tecniche tradizionali. Il suo uso, dunque, amplierebbe le possibilità diagnostiche.
La novità più importante è la completa assenza di cavi o di strumenti particolari, in quanto la cam lavora in wireless e in coppia “con la cintura digitale”, un dato che consente di utilizzare lo strumento “usa e getta” senza alcuna necessità di ricovero o di assistenza specializzata. Dopo 24 ore la cam viene espulsa naturalmente dall’organismo.
Per il momento, la cam è ancora in fase di testing in Israele e ci vorrà ancora qualche tempo perché sia approvata dalle autorità del paese e quindi commercializzata in tutto il mondo.