Ladro di identità ammette tutto

Ladro di identità ammette tutto

Per cercare di ridurre la possibile pena a 50 anni di carcere, un uomo che ha rubato l'identità digitale di 30mila persone confessa il suo crimine
Per cercare di ridurre la possibile pena a 50 anni di carcere, un uomo che ha rubato l'identità digitale di 30mila persone confessa il suo crimine


New York (USA) – L’americano Philip Cummings è stato accusato dai procuratori di New York nell’ottobre del 2002 di aver sottratto i dati finanziari di più di 30mila persone e di averli utilizzati a fini di lucro. Ora rischia 50 anni di carcere sebbene, per evitare una pena così pesante, Cummings abbia deciso di confessare le proprie colpe.

Secondo gli investigatori, l’uomo mentre era impiegato al customer care della TCI (Teledata Communications), una softwarehouse che realizza pacchetti per istituzioni finanziarie, ha ottenuto dai database a cui poteva accedere i dati dei clienti di diversi grossi operatori. Con questi dati ha messo in piedi una sorta di “mercato nero” dei dati finanziari.

A quanto pare, vendendo le informazioni a 30 dollari al pezzo, Cummings è riuscito a racimolare la bellezza di 2,7 milioni di dollari. E hanno guadagnato molto anche coloro che, acquisendo quei dati, li hanno poi utilizzati per compiere acquisti o clonare carte di credito.

Stando agli inquirenti, la truffa messa in piedi da Cummings, proseguita per almeno due anni, dal 2000 al 2002, non solo ha portato alla luce la scarsa sicurezza di sistemi informatici così delicati ma ha anche rappresentato la più clamorosa azione di furto di identità digitale fin qui portata a termine.

Come noto il fenomeno del furto di identità digitale è in forte ascesa tanto che a luglio gli Stati Uniti si sono dotati di una nuova legge pensata appositamente per contrastare operazioni che possono creare gravissimi danni alle vittime.

Cummings, che restituirà quanto ha lucrato dalla truffa, dovrà attendere il gennaio del 2005 per ascoltare la sentenza che lo riguarda e che potrebbe portarlo dietro le sbarre per decine di anni.

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Pubblicato il
17 set 2004
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