Cassandra lo diceva: esercitare il mestiere di profeta toglie la soddisfazione di poter dire “Io l’avevo detto!”. Affrontando il tema degli occhiali a realtà aumentata, indossati da Sergei Brin e commentati dall’ottimo Mantellini, Cassandra non può perciò compiacersi del fatto di aver scritto sui Googleshades nel lontano 2005 anche se in senso lato, parlando dell’effetto di filtro della realtà dovuto al semplice page ranking profilato di Google, unito all’abuso di motori di ricerca che la maggior parte dei cittadini della Rete fa.
In mezzo a molte altre (e forse un po’ troppe) cose, Mantellini scrive in maniera cristallina e completa questo splendido passaggio:
“Le tecnologie come strumenti di liberazione e di simultanea costrizione, quindi. Anche fuori dalla dialettica solita del potere e del controllo delle masse questa dicotomia resiste e interessa anche il nostro futuro sociale di esseri collegati. Entrambi i tratti sono sempre in qualche maniera identificabili ma se il tono rivoluzionario ed entusiastico che ognuno di noi riserva istintivamente al Project Glass (e in generale a molti degli esperimenti di realtà aumentata in circolazione e a tutto quello che ci sembra magico e formidabile fra le novità tecnologiche) è chiaramente identificabile, la faccia scura della medaglia rimane invece spesso sottotraccia, fra il non detto dei più e il clamore interessato dei demolitori di cattedrali.”Giustissimo ma… Ma allora tutto il resto sono piccolezze!
Siamo davvero convinti che il gadget di Brin sia davvero la “faccia scura della medaglia”, il prossimo passo verso un maggiore controllo sociale?
Se bastava, come giustamente dice Jean Baudrillard, la fascinazione di una “iperrealtà” passiva come la TV per esercitare il controllo sociale, cosa possono fare strumenti “attivi” e quindi “pilotabili” come gli occhiali a realtà aumentata di Brin (cosa di oggi) o le proiezioni retiniche dirette? Queste ultime oggi sono fantasie di ” Paycheck “, ma domani?
Ciò che potrebbero fare, e che sicuramente faranno, dovrebbe terrorizzarci, farci una paura matta! Allora, mannaggia la pupazza, parliamo di quello, parliamo prima di quello, parliamo solo di quello. La paranoia di “1984” non solo rimane una virtù, ma si avvia ad essere una semplice descrizione della realtà.
Marco Calamari
Lo Slog (Static Blog) di Marco Calamari
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