Il 2015 ha avuto una brutto colpo di coda, come il cattivo dei film americani che alla fine, creduto morto, ha dato un’ultima zampata, portandosi via Ian Murdock . Nell’Olimpo del software libero ed open source, il nome di Ian Murdock non è mai stato in evidenza come quelli di Stallman o Torvalds. Malgrado questo, almeno in parte anche voi lo avete pronunciato centinaia di volte: era lo “Ian” in “Debian” insieme alla sua moglie (ora ex) Debra.
La cronaca della sua morte è bisognosa di molti chiarimenti e probabilmente brutta.
Per questo Cassandra non ne parlerà, e nemmeno perderà molto tempo a tessere le lodi di una persona che ha indubbiamente fatto, a modo suo, tanto per tanti.
Le piace citare un unico fatto, al quale molti dei 24 pur interessati lettori non hanno probabilmente mai pensato.
Creando e contribuendo in maniera sostanziale al progetto Debian, ma sopratutto sviluppando e strutturando la comunità che ha reso Debian uno dei più importanti e longevi progetti di software libero ed open source, ha dato un contributo paragonabile a quello della GPL, di GNU o di Linux.
Infatti, anche se una “semplice” distribuzione GNU/Linux come Debian può sembrare un utile ma non fondamentale progetto, nell’ambito dell’ecosistema digitale del software libero ed open source Debian ha segnato una rivoluzione, e fertilizzato come nessun altro lo sviluppo di altre distribuzioni specializzate (un nome per tutte, Ubuntu), e di tanti altri software che vi hanno trovato una solida e stabile fondazione per la loro crescita e diffusione.
Non essendo questo un panegirico, rimane solo da dire addio a Ian, che ci mancherà moltissimo.
Marco Calamari
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