L’incredibile accade, e non c’è ragione di dubitare. Il mondo volge al meglio. Avere di più con meno.
O no? Forse nel cavallo nella scatola lignea che dà il titolo a questa puntata ci può essere il trucco?
“Ma quale Scrigno d’ebano o scatola di legno?” sbotteranno i 24 indispettiti lettori.
In effetti il materiale di cui è fatta non importa: il posto dove si trova e quello che c’è dentro sì, molto.
Nella scatola gratuita, che grazie ad un decreto del Governo le compagnie di assicurazione auto offrono ai loro clienti, spese di installazione comprese, con un robusto sconto del 7 per cento (dicasi sette) sul prezzo della polizza ed offrendo anche il servizio di soccorso di emergenza, sono contenuti un processore, della memoria, un GPS ed un cellulare UMTS. Altro potrà essere aggiunto in futuro.
In sintesi, la “scatola”, a seconda dell’assicurazione che la propone, è disponibile in diverse forme ed in colori accattivanti, con nomi commerciali familiari e rassicuranti, ed offre sia un servizio assai utile che un risparmio tangibile, reale ed incontrovertibile.
“Strana forma di pubblicità allora, oltretutto in una sede assai impropria” diranno ora i 24.
No, la sede è quanto di più adatto si possa immaginare, e la scatola, come il cavallo ligneo dono dei Greci, non è un segno di resa di chi si è finalmente deciso ad abbassare i prezzi più alti d’Europa.
Non è nemmeno (o, almeno, non è solo) una misura tecnica che impedirà ai truffatori di simulare incidenti stradali: i truffatori sono sempre più furbi.
Confrontare pratiche e sentenze per controllare se una persona è stata testimone di 3 o più incidenti stradali è assai più efficace per scoraggiare certe strategie disoneste, non richiede tecnologia e non costa praticamente niente.
Gli innocenti invece di solito ci rimettono, e vediamo perché.
È una trappola piena di soldati allora?
Beh, se definiamo “trappola” un oggetto che traccia posizione, velocità, accelerazione e dati di funzionamento di una autovettura, le conserva e le trasmette ad un ente privato che dovrà archiviarle in un database, la definizione sembrerebbe proprio azzeccata.
L’oggetto infatti sottrae in maniera impercettibile e volutamente nascosta dati personali e sensibili dei possessori. È una caratteristica tanto importante quanto volutamente nascosta dalle pubblicità.
Non è una paranoia (che sarebbe comunque una virtù) ma è quello che è già successo con i costosi antifurti satellitari e sistemi di navigazione.
Che dire? Prendere o lasciare?
La risposta di Cassandra è banale: non c’è nessun bisogno di altre banche dati di tutti ed eterne, come i dati di cella GSM.
Non c’è nemmeno bisogno di altri modi per profilare un comportamento quotidiano della generalità della popolazione.
E neppure di fornire un’altra e nuova sorgente di dati da incrociare con altre banche dati, e capace di far diventare “colpevoli tecnicamente perfetti” alla maniera di “Unabomber”.
No, la scatola se la possono tenere.
Marco Calamari
Lo Slog (Static Blog) di Marco Calamari
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