I fabbricanti di elettronica di consumo non se ne stanno certo con le mani in mano. Forti del menefreghismo della quasi totalità dei loro clienti, ne inventano sempre di nuove per mettere le mani sui dati dei propri utenti e monetizzare qualsiasi informazione.
C’è per fortuna chi non si deprime ma trova anzi metodi decisamente originali e divertenti per esprimere la sua disapprovazione. Chissà cosa ne penserà l’amministratore delegato di Nintendo U.S. Reggie Fils-Aime quando verso la fine di questa settimana aprirà la cassetta della posta. Ma andiamo con ordine.
L’ultimo esempio di coniugazione nefasta tra DRM e “prosa legalese” vincolante è rappresentato dal Nintendo 3DS, l’ultimo grido in fatto di console portatili. Si tratta di un oggetto decisamente carino, ma purtroppo dotato della ormai comune caratteristica di “telefonare a casa” comunicando dati personali del loro proprietario. Ma non ci interessa qui recensire l’oggetto sulla base delle sue caratteristiche, quanto per le condizioni che la relativa licenza d’uso impone. Che siano già implementate o solo possibilità che il fabbricante si riserva non fa poi molta differenza.
Queste condizioni d’uso contengono cose talmente perverse da sconfinare nel ridicolo. Ma purtroppo non c’è niente da ridere, e vediamone il perché con alcuni gustosi estratti.
Nintendo si riserva il diritto di utilizzare in qualsiasi modo “contenuti utente” generati tramite l’uso del dispositivo. Il dispositivo è dotato anche di videocamera: non è che per esempio le foto eventualmente fatte dalla mia nipotina (tranquilli, non gliel’ho regalato) vengono “trasmesse a casa” utilizzando la connessione WiFi, sempre molto utilizzata dal dispositivo quando ne trova una?
E non è che questi dati comprendono ogni click ed ogni score fatti dal proprietario? Tutto questo, a termini di licenza, rientra tra i diritti che Nintendo si riserva. E rientra anche tra le possibilità teoriche che questo concentrato di hardware e software potrebbe fare, se opportunamente istruito dal suo vero padrone.
Nintendo si riserva il diritto di modificare in tutto od in parte il dispositivo senza darne nessuna comunicazione al proprietario. Se lo ritenesse potrebbe, a termini di licenza, attivare la videocamera via connessione wireless e cominciare ad usarlo come dispositivo di sorveglianza politica.
Ma tenetevi forte! Top del top: Nintendo si riserva il diritto di disabilitare i dispositivi che venissero usati “al di fuori degli scopi licenziati od in collegamento con apparecchiature non autorizzate”, trasformandoli in costosi soprammobili, anzi in costosi mattoni.
Il dispositivo che avete comprato.
Da remoto.
Via Internet e WiFi.
Per qualcuno, fortunatamente, quando è troppo è troppo.
La Free Software Foundation ha deciso di mettere in atto un’ azione esemplare , cioè di manifestare all’amministratore delegato di Nintendo U.S. la propria insoddisfazione per posta, usando un messaggio decisamente forte, anzi “pesante”.
Martedì prossimo un carico di mattoni bene incartati verrà spedito al signor Fils-Aime. Sì, proprio dei mattoni.
Sulla pagina dedicata del sito di FSF trovate tutte le istruzioni per spedire anche il vostro mattone, ma se siete pigri come me potete anche, via Paypal e con pochissimi euro, associarvi alla spedizione collegiale con cui viaggeranno i già prenotati 70 mattoni, il 71esimo (il mio) e tutti gli altri che si aggiungeranno al mucchio entro martedì mattina.
Così, prima di cominciare a meditare seriamente su quest’argomento, perché non investite pochi euro in qualcosa che dura? Il mattone, si sa, è un bene rifugio. Forza, cosa aspettate?
E dopo averlo fatto, ricordatevi che in mano avete un oggetto più duro di qualsiasi mattone, il vostro portafoglio. Con quello, semplicemente negandolo a chi non mostra rispetto per l’utente, potete fare molto, molto più male…
Marco Calamari
Lo Slog (Static Blog) di Marco Calamari
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