Restano attoniti di fronte a telefonini alla ricerca di segnale, ammutoliscono qualora il laptop non capti reti WiFi: si sentono ansiosi, disorientati, inetti ad affrontare il quotidiano. Li attanaglia la sindrome da disconnessione : sono gli americani ritratti da un’ indagine condotta da Solutions Research Group . La ricerca ha coinvolto quasi 5mila cittadini statunitensi, dagli adolescenti agli adulti, utenti Internet o dotati di telefonino: più della metà di loro si sente perso quando si verifica un’interruzione dei canali di comunicazione che li legano al resto del mondo connesso.
Il 41 per cento degli intervistati ha dichiarato di lasciarsi prendere dal panico da disconnessione solo occasionalmente: l’ansia li coglie se la batteria del telefonino vacilla mentre attendono una chiamata importante o se la connessione fa le bizze nel momento in cui ne hanno bisogno per motivi di lavoro. Per il 27 per cento del campione, invece, l’ansia da disconnessione è l’inevitabile reazione ad un palmare che non aggancia il segnale: il panico gli si legge negli occhi, si guardano attorno perduti pur sapendo che una volta usciti dal centro commerciale potranno riguadagnare la possibilità di comunicare con il resto del mondo. A soffrire della disconnessione sono soprattutto gli americani tra i 25 e i 49 anni, ma anche i giovani tra i 12 e i 24 anni si lasciano sopraffare dal panico. I sintomi da disconnessione incidono meno sugli adulti che hanno superato i 50 anni: telefonini e computer possono rimanere spenti.
Le motivazioni che si celano dietro al panico da disconnessione? Solutions Research Group le ha declinate in quattro fattori.
La prima motivazione è il bisogno di sicurezza : il telefonino è l’antidoto alle preoccupazioni di famiglie e coppie, il telefonino può salvare la vita. C’è chi non riesce ad immaginare di vedere il proprio figlio varcare la soglia di casa senza un telefonino acceso e perfettamente funzionante, c’è chi senza cellulare si sente perduto, in balìa di un mondo irto di pericoli. “È come se ti sentissi tagliato fuori, un omuncolo che vagola nel mondo. Potresti essere nel 1800, come se non avessi alcun contatto – così ha tentato di esprimere le proprie sensazioni uno degli intervistati – Siamo così abituati ad avere il telefonino con noi che ci fa sentire sicuri”.
Ma anche il senso del dovere alimenta la dipendenza dalle connessioni: il 63 per cento del popolo del BlackBerry ha dichiarato di non sapervi rinunciare nemmeno quando si lascia il mondo alle spalle dietro la doppia mandata con cui chiudono la porta del bagno. Senza Internet si sentono come se venisse loro ritirata la patente, non possono sguazzare nel flusso di informazioni e di stimoli che scorre in rete. È questo un tipo di ansia che colpisce in particolare gli adulti: sono investiti da sensazioni bifronti, si sentono al tempo stesso sollevati e colpevoli per non poter restare al passo con il lavoro e con le incombenze che svolgono quotidianamente a mezzo telefono o connessione Internet.
È invece di natura sociale il terzo dei fattori complici della sindrome da disconnessione: sono i più giovani a soffrire dell’impossibilità di raggiungere i propri amici online o telefonicamente. Li attanaglia il senso di isolamento, se non possono controllare il proprio account MySpace per verificare che i 178 amici con cui sono mediamente in contatto non abbiano cambiato l’immagine del proprio profilo, non li abbiano bombardati di gif animate, non li abbiano aggiornati con qualche invito.
Ma telefonini e computer sono anche l’ estensione della memoria degli americani. Una batteria scarica, un cellulare dimenticato a casa possono paralizzare la produttività e sgretolare relazioni: senza agenda e senza rubrica si è impossibilitati a vivere.
Dipendenza da Internet ? Dipendenza da telefonini e affini? Nulla di tutto ciò. “Si vive in tribù virtuali” ha spiegato Lance Strate, docente della Fordham University , ma le dinamiche sociali sono sempre le stesse: “Non si riesce ad immaginare una vita al di fuori del gruppo”.
Gaia Bottà