Roma – Progetti sempre più ambiziosi per il guru dei MIT Media Labs, Nicholas Negroponte: non pago delle sue recenti proposte per sconfiggere il digital divide , l’autore di Essere digitali lancia una nuova sfida. I tecnici del Media Labs riusciranno a produrre un laptop dal prezzo ipercompetitivo di 100 dollari .
L’offerta ideata dal guru sulla carta può far gola a paesi come Cina, Brasile ed India. Adesso non resta che aspettare il mese prossimo, quando i computer “pensati per i bambini”, come ha voluto sottolineare Negroponte nel corso di una conferenza internazionale a Tokyo, saranno finalmente ordinabili . Tuttavia, soltanto i governi nazionali potranno acquistare questo miracolo a basso costo. Le consegne avverranno entro la fine del 2006: secondo le stime del Media Lab, la Cina ordinerà tre milioni di laptop , mentre il Brasile ne ordinerà “soltanto” uno. Eliminando i costi di marketing e distribuzione, si legge nel sito dell’iniziativa , il prezzo di un portatile al passo coi tempi si aggira al di sotto dei 30 dollari.
Questo calcolatore avrà un cuore AMD a 500MHz, 256Mbyte di RAM ed 1 giga di memoria flash al posto del disco rigido. Sarà inoltre dotato di una scheda Wi-Fi che permetterà ai computer di allacciarsi, in maniera automatica, tra loro: i piccoli villaggi potranno così creare, con l’aiuto di programmi preinstallati come Skype , delle reti telefoniche senza fili.
Naturalmente il sistema operativo sarà tutto open-source: secondo fonti ufficiali ci sono buone probabilità che la scelta cada su Linux Red Flag, la distribuzione tutta cinese sviluppata a Pechino. Infatti la produzione dell’hardware avverrà tutta in Cina: l’obiettivo finale è la realizzazione di ben 200 milioni di PC entro il 2008.
Negroponte è da sempre in prima linea nell’ evangelizzazione informatica delle masse nei paesi più poveri. Il suo scopo è garantire a tutti i popoli del mondo l’accesso alla conoscenza, per favorire una scolarizzazione omogenea senza distinzione di razza o credo. L’obiettivo è nobile, ma i costi dell’impresa sono alti. Fortunatamente il Media Lab conterà sull’appoggio di giganti come Google, AMD e persino di News Corp., del tycoon australiano Rupert Murdoch.
Tommaso Lombardi