Roma – Gli impieghi del moderno telefono cellulare sembrano infiniti: conversazioni telefoniche e messaggi di testo sono stati affiancati da accessori più o meno utili come fotocamera e videocamera, player audio/video, sistemi di comando o riconoscimento vocale sofisticati.
Recentemente sul telefonino ha trovato posto anche l’etilometro (in versione hardware o software ).
Può non suscitare meraviglia, quindi, la notizia di un cellulare in grado di misurare il livello di monossido di carbonio emesso nell’aria dalle autovetture.
Lo sviluppo del progetto e dei primi sensori sono opera di alcuni ricercatori dell’ Università di Berkeley . Lo studio, che ha visto la collaborazione del produttore americano Motorola , si è spinto ad analizzare anche l’industrializzazione della soluzione.
Elementi fondamentali, secondo gli studiosi, sarebbero la concreta possibilità di abbattimento dei costi degli impianti di rilevamento e la potenziale diffusione del servizio: se tutti i cellulari attivi nel mondo fossero dotati di un sensore per la rilevazione dell’inquinamento da monossido di carbonio, si avrebbero dati costantemente aggiornati sulla situazione dell’inquinamento del pianeta.
Sempre secondo i ricercatori, la fattibilità del progetto è molto concreta: il costo di un sensore sarebbe di circa 70 euro, se aggiunto al cellulare come accessorio, e di un solo euro se fosse inserito nella dotazione dell’apparecchio.
Dario Bonacina