Laura Pausini: chi scarica deruba gli artisti

Laura Pausini: chi scarica deruba gli artisti

In un lungo articolo su Max la celebre artista se la prende con chi sottrae risorse ad un'industria, quella della musica, che - dice - ne sta soffrendo tantissimo. Gli ISP? Ci guadagnano. Giusto parlare di associazione a delinquere
In un lungo articolo su Max la celebre artista se la prende con chi sottrae risorse ad un'industria, quella della musica, che - dice - ne sta soffrendo tantissimo. Gli ISP? Ci guadagnano. Giusto parlare di associazione a delinquere

I provider consentono agli utenti di condividere e scaricare illegalmente brani musicali protetti da diritto d’autore, sono complici dei downloader, e quindi parlare di associazione a delinquere non è sbagliato. Così Laura Pausini, celebre musicista italiana, in un suo editoriale sul mensile Max , ha fatto proprie le controverse tesi di Paul McGuinness , manager degli U2, da sempre impegnato contro la pirateria digitale.

la celebre artista Ed è proprio questo l’argomento dell’editoriale di Pausini, che arriva in un momento molto caldo per il diritto d’autore in Italia, un momento in cui si preme da più parti per introdurre nuove regole, magari dando uno sguardo a quanto sta avvenendo in Francia. Quella di Pausini è un’accusa non solo e non tanto a chi scarica quanto alla filosofia del piratare.

Mette in evidenza, l’artista, come il dilagare della pirateria digitale venga sempre più accettato nell’ambiente come un fatto contro il quale c’è ben poco da fare, ma attribuisce proprio a questo – ed è da sempre la tesi degli industriali – le difficoltà economiche in cui si dibatte il settore . “Nel mondo della musica – scrive – di gente lasciata a casa senza nessun clamore ce n’è già troppa”.

Pausini mette all’indice anche l’atteggiamento dei giovani verso la pirateria : “Oggi un sacco di ragazzini delle scuole medie – scrive – se vedono che acquisti legalmente dal web una canzone ti guardano come se fossi uno sfigato”. È dunque anche questo il problema, quello della percezione dell’illegalità. “Non sono tra quelli – scrive ancora – che danno la colpa alla gente che tra un album originale a 9,99 euro e uno uguale a gratis sceglie quello gratis. Sono invece estremamente in lotta con chi dovrebbe insegnare a tutti che non ci deve essere nessuna opzione, nessuna scelta, nessuna possibilità. Uno dei due modi è legale, l’altro no”.

Le tesi di Pausini, dunque, sembrano ripercorrere molto da vicino quelle con cui major ma anche etichette indipendenti, e altri soggetti dell’industria musicale, da anni perorano la causa dell’antipirateria. Pausini non usa mezzi termini: chi scarica di fatto ruba . Le conseguenze? “Hanno già mandato a casa centinaia di persone”, aggiunge.

Non solo, privare l’industria musicale di un futuro, dice Pausini, significa privarsi della musica di domani. “Che cosa scaricheremo tra cinque anni?” – si chiede.

È attaccando la corresponsabilità dei provider che Pausini chiude il suo pezzo, invocando nuove leggi come “già avviene in alcuni paesi”, chiedendosi come mai, se era così semplice, se bastavano nuove regole, qui in Italia si stia ancora aspettando.

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Pubblicato il
6 nov 2008
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