Canberra (Australia) – Lo hanno già avuto le autorità americane del Texas e ora il via libera alle trappole web per pedofili è stato dato dal Parlamento australiano anche ai cybercop del paese dei canguri.
In pratica la nuova legge, contestata da qualche frangia libertaria dentro e fuori dal paese, consente ai poliziotti informatici australiani di creare chat room o partecipare in chat room sotto copertura , spacciandosi per minorenni e cercando di attirare nella propria rete chi provasse interessi sessuali online. A quel punto il cybercop sotto copertura potrebbe dare appuntamento al potenziale pedofilo e, al momento giusto, arrestarlo.
Chris Ellison, il ministro della Giustizia australiano, ha descritto la nuova legge come un mezzo nuovo ed efficace per “impedire che Internet venga usato come veicolo di depravazione”. “La polizia – ha affermato – potrà arrestare i predatori in Internet prima che abusino dei bambini e prima che utilizzino le chat room per espandere la propria rete diabolica”.
La legge è stata realizzata per consentire ai cybercop australiani di partecipare al network antipedofila che le polizie americana, canadese e britannica stanno mettendo in piedi.
Le pene previste dalla legge riflettono la meccanica delle trappole: fino a 15 anni di carcere per chi venisse beccato a flirtare online con un minore che ritenga più giovane di 16 anni, anche se questo è invece un poliziotto. Fino a 10 anni di carcere, invece, per chi utilizza Internet per diffondere immagini di pornografia infantile.