Le ambizioni di Alphabet nella produzione di un’auto-robotica hanno subito un ridimensionamento importante, o forse no: la corporation dell’advertising ha creato una nuova realtà chiamata Waymo , spin-off che avrà il compito di gestire il progetto arrivando – si spera – alla concretizzazione anche commerciale di quello che è al momento continua a essere poco più di un sogno.
Waymo eredita il lavoro sin qui fatto dai laboratori “segreti” di Google X, e stando alle indiscrezioni non confermate rappresenta il punto di approdo di un percorso che era giunto a una svolta obbligata: dopo anni di sperimentazioni con le auto robotiche, con i vecchi modelli che cominciavano a cadere a pezzi per via dell’usura, Google avrebbe dovuto scegliere tra la progettazione e la realizzazione di un modello di auto commerciale tutto fatto in casa, l’integrazione dei suoi sensori e del software in un veicolo privo di volante e pedali, oppure la collaborazione con un produttore automobilistico tradizionale per l’implementazione della tecnologia di guida automatica su un mezzo già in commercio.
Alla fine Google avrebbe scelto la terza via, oggettivamente quella più semplice sia sul fronte dei tempi che delle difficoltà progettuali. Il sogno di un veicolo fatto in casa, completamente automatizzato e senza volante viene però messo da parte, forse definitivamente. Di positivo c’è che Waymo ha già pronta la partnership giusta per il nuovo progetto, vale a dire quell’accordo di collaborazione non esclusiva con FCA ufficializzato da Google nella prima metà del 2016.
Lavorando con l’azienda di Marchionne, Waymo potrà concretizzare più facilmente l’obiettivo dichiarato di rendere il trasporto su strada più sicuro per tutti, per non parlare del fatto che la concorrenza nel settore si fa sempre più agguerrita e altre aziende hi-tech come Apple hanno recentemente ripensato il loro approccio alla guida autonoma scegliendo la partnership con terzi al posto dell’autarchia assoluta.
Google continua a spingersi più avanti, almeno sul fronte delle promesse, e vuole ora realizzare una vera e propria “flotta” di taxi robotica (questa volta con volante, pedali e tutto quanto siamo abituati a trovare a bordo) da qui a pochi anni, una sfida lanciata a Uber e agli altri servizi di trasporto a chiamata già in circolazione. Perché il futuro porterà al tramonto della tradizionale abitudine di “possedere” un auto in favore di un modello ad abbonamento in stile “cloud”, promettono gli esperti, e il futuro potrebbe arrivare da qui a 5 o massimo 10 anni.
Alfonso Maruccia