In questi due anni di pandemia, tante cose sono cambiate. Soprattutto le nostre abitudini, non solo a casa ma anche sul luogo di lavoro. Per tanti è iniziata l’era del cosiddetto “lavoro agile” – o “Smart Working” che dir si voglia – che in alcuni ambiti ancora perdura. Certo è che questa nuova situazione ha aperto le porte ad una realtà mai affrontata prima e che non è escluso possa diventare sempre più diffusa, anche dopo la fine dell’emergenza. Proprio in quest’ottica, qualcuno ha deciso di giocare d’anticipo: è il caso di Canva.
Tutti conosciamo lo strumento di progettazione grafica Canva: lanciato nel 2013, permette a chiunque di realizzare e pubblicare i propri lavori di design senza per forza possedere particolari conoscenze tecniche. A sviluppare il tool l’omonima azienda australiana, che negli ultimi tempi ha fatto parlare di sé per via di alcune decisioni prese in materia di lavoro agile.
Canva cambia le regole dello Smart Working
Canva è stata infatti la prima realtà a offrire un modello di lavoro completamente flessibile pensato per agevolare i propri oltre 2,000 dipendenti, che dovranno presentarci in ufficio almeno 8 volte l’anno. E per il restante tempo? Nessun limite: chi lavora per Canva potrà lavorare da qualsiasi luogo del mondo, senza problemi. Ogni team potrà decidere e gestire autonomamente questa nuova “modalità”, l’importante è presentarsi sul luogo di lavoro un minimo di otto volte in dodici mesi.
Durante i mesi più duri del lockdown, Canva ha fatto “la sua parte” anche sotto un altro punto di vista, ovvero aiutando i team di lavoro a organizzarsi e lavorare insieme anche a grandi distanze. Alcune funzionalità del suo abbonamento Pro (a pagamento) sono infatti pensate espressamente proprio a questo scopo. Un esempio è lo spazio di archiviazione cloud da 100 GB, oppure la possibilità di salvare qualsiasi progetto come modello per tutto il team, o ancora i 100 Kit aziendali messi a disposizione dalla società.