Chi non ha mai sentito in sede di riunione frasi fatte con cui ci si riempie la bocca come: “Ormai chi realizza più? Siamo tutti system integrator, basta solo un’illustrazione di alto livello per capire far capire il giro del fumo al nostro utente/cliente/committente ed un Gant, sempre di altissimo livello, perchè tanto è quello che ci richiedono”.
Il Bravo Analista sa bene che il nostro utente/cliente/committente ha solo poche idee, vaghe e confuse aggiungerei, ed è per questo che, dopo belle ed altisonanti parole, lascia che siano altri tipi di “analisti” ad affrontare in campo aperto il nostro utente/cliente/committente.
La prima figura che si presenta all’utente/cliente/committente è l’analista Power Point, serio come se avesse inghiottito un manico di scopa, cordiale e disponibile con i superiori come George Cloney alle feste, non molla un attimo il suo portatile ed il telefonino è semplicemente un’estensione dell’orecchio. Preparato sulla teoria in maniera perfetta, consistente come la carta velina bagnata appena si accenna ad un minimo aspetto tecnico.
Realizza slides in maniera maniacale, passando le notti a riempirle di effetti scenici sempre nuovi con immagini splendide ed aspetta le 4 di notte per inviarvi l’email con il risultato per farvi capire che mentre voi riposate, lui LAVORA. Il costo della sua sola presentazione copre almeno il 30 per cento del budget del progetto e serve per dire cose note a tutti, quando non si cade nella piena banalità.
L’analista Power Point, fortunatamente, esce subito di scena per far posto all’altra figura ben nota negli ambienti come l’analista walkie-talkie. Presentato dal Commerciale come: “È pronto a realizzare qualsiasi Vostro desiderio, usatelo come vi pare, a meno che non abbia motivi personali, a qualsiasi ora del giorno e della notte”, ha sempre l’aria spenta e dimessa del condannato a morte.
Non sa assolutamente perchè si trova lì e come ci è capitato e cerca di capire se gli si è stata data una possibilità di crescita professionale oppure solo una grossa fregatura. Del progetto sa quello che gli dice il team dei Bravi Informatici, di cui registra parola per parola ed a cui riporta pari pari le segnalazioni dell’utente/cliente/committente. Le sue email sono di una brevità e chiarezza assoluta.
Analyst to team: We have a problem, any advise?
Team: pls, do this.
Analyst to customer: pls, check and revert.
È anche detto analista Project-Gant, per l’abitudine di parlare con il suddetto diagramma davanti, senza però poter scendere di una virgola nelle micro-attività per notoria ignoranza sulla materia.
E finalmente arriviamo all’Analista tecnico, il realizzatore, mal visto da tutti per la sua abitudine a realizzare qualcosa immancabilmente destinata ad avere qualche malfunzionamento e quindi predestinato ad essere criticato da tutti. Di esso esistono due versioni: l’analista spacca-bytes e l’analista grandi flussi.
Il primo sta realizzando il progetto per se stesso. Ha le SUE tabelle, i SUOI campi, le SUE librerie, i SUOI moduli. Se qualcosa serve a lui, non esita ad infiocchettare il database di ridondanze o di trigger multipli a cascata con doppio salto mortale, e se gli fate notare che qualcosa manca o i requisiti non sono stati rispettati, diventa il vostro acerrimo nemico. Al crescere del DB, crescono le tabelle di passaggio e di campi ridondanti. È disposto anche ad ammettere che qualcosa è stata realizzata in modo poco ortodosso, ma “Ormai funziona cosi, non possiamo tornare indietro e poi cosi è tutto più semplice”, con buona pace di Boyce e Codd.
L’analista grandi flussi invece inizia sempre i suoi lavori in pompa magna. Utilizza tutti gli strumenti d’analisi noti e conosce tutte le metodologie. E-R, UML, Diagramma di flusso ecc non hanno segreti per lui. Chiuso nel suo studio, elabora la soluzione finale per tutto ed alla fine consegna il malloppone ad un team di ignari realizzatori che comprenderanno il 50 per cento di quello che c’è scritto e ne implementeranno MALE un altro 50 per cento.
Un approccio del genere è ben rappresentato nella famosa striscia dell’altalena. Insomma, lui la soluzione l’aveva trovata, se poi non è quello per cui siamo stati pagati ed il nostro cliente/utente/committente del super spremi agrumi atomico che gli abbiamo realizzato non sa che farci, questo non è un suo problema.
E poi ovviamente esiste anche il vero Analista. Egli possiede la tranquillità della persona posata che sa che le slides sono solo fumo ed i Gant sono solo un modo di rappresentare un fenomeno, quello che conta sono le persone che lavorano, la loro professionalità e le loro idee. L’Analista sa che è il team che vince, che tutte le idee sono forti e deboli nello stesso tempo. Se qualcuno per esporre la sua idea la disegna sulla lavagna, probabilmente è un bravo Analista, che non ha paura di esporsi alle critiche, perchè è il buon risultato quello che conta e quello si ottiene con il contributo di tutti.
L’Analista cura il suo team e ne controlla il lavoro quotidianamente, lo elogia e si congratula con esso per i risultati ottenuti. Chi fa l’Analista di professione deve avere una forte personalità e la capacità di darsi da solo le pacche sulle spalle perchè difficilmente il suo oscuro lavoro sarà compreso e valorizzato: è il chiodo da 12 che senza visibilità mantiene insieme il costrutto, mentre lo smalto si prende tutto il merito.
A me l’Analista piace immaginarlo come quel bastardo di Gunny Highway che, anche sulla base di poche specifiche e con a disposizione un team di mal pagati realizzatori, “Improvvisa, si adatta e raggiungere lo scopo” di soddisfare “il fottuto” cliente/utente/committente e con esso il suo mal celato orgoglio di primo della classe. E voi?
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