Caserta – Scrive Danilo: “Cara redazione di PI, ormai leggo con piacere quella che è quasi diventata una rubrica quotidiana sul mondo IT e vorrei proporre una visione “apocalittica” del lavoro che svolgo, e dello stipendio che percepisco, occupazione che a sentire i miei amici è uno dei migliori lavori.
Per motivi familiari mi ritrovo in quel di Caserta, dopo aver vissuto tanti anni in quel di Latina, un capoluogo di provincia, ma pur sempre una città del sud, dove purtroppo l’informatica e l’uso del pc, viene visto dai più come un sistema che non serve a nulla. Quei pochi che si rendono conto della bontà delle nuove tecnologie, mettono alla stessa stregua chi “sa formattare” un pc a chi scrive software o gestisce reti… entrambi sono “degli animali mitologici che hanno strani poteri”.
Vi scrivo appunto dal mio luogo di lavoro, un call center in cui si propone la vendita di pc e adsl di un noto gestore di telefonia, tralasciando le informazioni che gli operatori forniscono ai possibili acquirenti, io per un lavoro part-time di 6 ore (che sono spesso 7-8 a seconda di quel che si deve fare) percepisco 600 euro. Questi soldi sono regolarmente forniti su di un contratto a progetto “mensile” che ci viene fatto firmare due giorni prima della scadenza… in sostanza il precariato più totale.
Siamo in due a portare avanti “la baracca” in questa sede (perché ci sono anche altre sedi), ma posso felicemente affermare di essere costantemente solo; il mio “presunto” collega che al colloquio (come i predecessori) si è spacciato per “professore di informatica” si è dimostrato altamente qualificato quando, solo pochi giorni fa, dovendo predisporre l’installazione di un server Voip (che poi ho effettuato io), alla richiesta “Apri la porta xxx del firewall”, mi guarda e fa: “Cos’è un firewall? Cos’è una porta?”. Vi lascio immaginare come mi siano cadute le braccia, pensare che questo personaggio per l’azienda ha la mia stessa qualifica, e il mio stipendio, mi lascia basito.
Cercare un lavoro migliore pare un impresa titanica, questo a detta di tutti è già il top da queste parti, e io a differenza di quanto lamentato da un vostro lettore, ho cercato lavoro in giro per l’Italia e ho sostenuto colloqui (a mie spese) per scoprire che avrei sì, potuto avere un bel contratto di lavoro da ben “1000 euro”, detto da chi me lo offriva con orgoglio (un po’ come la scena di un film di Totò in cui quest’ultimo diceva “1000 lire diamo peso alla moneta”), senza contare però, che tra casa, macchina e cibo dei 1000 euro ne sarebbero rimasti forse 100 a voler essere buoni.
Allora mi chiedo, a questo punto, conviene andare in giro per l’Italia per percepire uno stipendio che sulla carta mi dovrebbe fornire una certa stabilità, ma che in sostanza non mi permetterebbe neanche di cambiare un pneumatico alla macchina?
Possibile che a 24 anni io debba sentirmi “realizzato” di un lavoro precario a 600 euro al mese? Cosa devo fare per trovare un sospirato lavoro che possa garantirmi un futuro? Falsificare, come sembra essere di moda, il mio curriculum e cominciare a stilare una lista di conoscenze senza fine?
Comincio a pensare che il semplice diploma di perito informatico non basti più, ci vorrebbero delle certificazioni, che una volta conseguite permettessero di essere inquadrati in settori, dove non si possa assumere quello che si “arrangia” al computer”.
Milano – Scrive Claudio: “Confermo e concordo con tutti voi… le società, grandi o piccole tentano sempre di richiedere il massimo e pagare il minimo… io ho 28 anni, è dai 16 anni che lavoro in questo campo e, a parte un paio di anni a contratto a progetto (e vai di precariato), ho sempre e comunque lavorato in nero. Perché? Semplice se volevo entrare in questo campo dovevo accontentarmi di quello che passava il convento, cosi ho fatto quasi 8 anni senza una vero e proprio contratto di lavoro.
In questi anni ho imparato molto in ambito IT, sono un tecnico hardware, software and digital con competenze anche nel web project e web mastering. Eppure con tutte queste competenze, non essendo certificate, quando sono andato a fare un colloquio di lavoro mi guardavano un po’ dall’alto verso il basso come se stessi mentendo. E mi hanno offerto un contratto a tempo per un anno (come se fossi in prova di aver detto la verità).
La cosa che mi è piaciuta di più e che fa vedere che se una persona è davvero meritevole e capace nel proprio lavoro anche senza certificazioni Microsoft (io non ne ho nemmeno una eppure sono definito dalla società un tecnico help desk di primo, secondo e terzo livello) è stata quando sono andato via dall’azienda per trasferimento in altra regione e, tornato tre anni dopo, il cliente per cui lavoravo ha fatto pressione presso l’azienda interinale che mi “vende” per prendermi di nuovo, subito, perché già collaudato e affidabile.
Peccato che queste cose non hanno migliorato il mio contratto lavorativo e con questo tipo di occupazione non posso nemmeno tentare di comprarmi l’auto (essenziale per arrivare al lavoro), figuriamoci aprire un mutuo, e devo invece “scipparla” tutti i giorni alla mia ragazza.
Come possiamo andare avanti se continuano a sminuire il nostro lavoro, sfruttarci e pagarci poco chiedendoci sempre più esperienza e capacità? Ora spero che l’azienda presso la quale lavoro tra uno o due contratti a progetto veda le mie reali capacità e mi assuma per un tempo indeterminato”.
Sul tema vedi anche:
Lavoro nell’IT, l’esperienza non paga
IT? Il regno del precariato
IT? Il lavoro c’è, eccome. Manca la voglia
Dipendenti IT? Solo se sottopagati
I venditori IT? Ignoranti
Ma un 22enne come diventa lavoratore IT?