Carissimi di Punto Informatico, vorrei aggiungere la mia esperienza in merito alla questione “precariato IT”. Approvo in parte le cose scritte da entrambi i protagonisti delle due lettere ( industriale e sistemista ), ecco la mia esperienza. Ho 30 anni, assunto a tempo indeterminato da quasi 10 anni da una multinazionale, responsabile del reparto sistemistica con tutte le responsabilità che ne conseguono: guadagno mensile 1.500 euro.
“La nostra percezione del mercato del lavoro IT è quindi completamente diversa: molte aziende che cercano, poche persone valide o competenti in giro, corsi di laurea obsoleti che non mettono in grado di lavorare da subito, nessuna voglia di spostarsi, rifiuto delle responsabilità e poca ambizione in genere.”
Concordo in parte con la lettera scritta dall’industriale. Io stesso mi sono trovato nella condizione di non esser in grado ci coprire una semplice posizione di Helpdesk, perché al giorno d’oggi siamo tutti maghi del computer, usare Nero ed installare il driver della stampante ci rende tutti hacker. Un po’ di presunzione in meno non guasterebbe. Le stesse persone pretendono stipendi dai 2.000 euro in su schifando i contratti a tempo indeterminato da 900 euro. Con questo non voglio dire che 900 euro siano uno stipendio da re, dico soltanto che un ragazzo di 20 anni con zero esperienze lavorative e che a stento installa Nero forse dovrebbe pensarci 2 volte a rifiutare. Questa è la parte con la quale concordo con l’industriale, passiamo all’altra.
La posizione che ricopro in azienda andrebbe retribuita con 3.000 euro mensili ma io ne guadagno la metà. Ho effettuato diversi colloqui e tutti per posizioni uguali o superiori alla mia tutti con multinazionali e non con aziende da 10 dipendenti (con tutto il rispetto per le piccole aziende, lo sottolineo solo affinché sia chiaro che le aziende delle quali parlo potevano assolutamente permettersi quello che chiedevo). Risultato? In un paio di occasioni ho dovuto pagare di tasca mia il biglietto aereo (noi siamo soliti pagare i biglietti aerei per i colloqui che riguardano certe posizioni o in alternativa raggruppiamo i colloqui in un albergo della città in questione ed a spostarsi è il nostro responsabile RU), in altre occasioni la grande offerta è stata di 500 euro in più rispetto alla mia attuale retribuzione. Una grande azienda romana invece mi ha offerto il 10% (DIECI) in più.
La mia è poca ambizione? Il mio è rifiuto di spostarsi? Il mio è rifiuto delle responsabilità? Io ho quasi 10 anni di esperienza, posso gestire e riorganizzare un reparto IT senza che nessuno mi debba formare, fare corsi o cos’altro e se per farlo devo spostarmi chiedo almeno 3.000 euro, un contributo per la casa e la macchina aziendale. Non vado a morire di fame in una città diversa dalla mia per il 10% in più. E vi assicuro che le multinazionali con le quali ho avuto a che fare sono aziende consolidate eppure spaventate dalle mie richieste (assolutamente allineate al mercato europeo ed alle mie competenze). Resto nella mia città con i miei 1.500 euro e la mia casa in attesa che magari qualcuno capisca che l’esperienza si paga.
Lettera non firmata
Sul tema vedi anche:
IT? Il regno del precariato
IT? Il lavoro c’è, eccome. Manca la voglia
Dipendenti IT? Solo se sottopagati
I venditori IT? Ignoranti
Ma un 22enne come diventa lavoratore IT?