Londra – Comunicazioni tra terraferma e profondità oceaniche? Sì: aumentano le esigenze di analisi e controllo delle superfici oceaniche e cresce la possibilità di sfruttare nuove potenzialmente immense risorse naturali, anche sul fronte petrolifero. Ecco perché fin da subito la Royal Navy britannica ha patrocinato le sperimentazioni di una originale soluzione Qinetiq , ora pronta ad affrontare il mercato.
La chiave di tutto ha un nome epico: Proteus . Permette la trasmissione di dati su protocollo TCP/IP attraverso una rete di boe . Questi “punti d’accesso” serviranno per mettere in connessione il fondale e l’etere, connettendo le informazioni provenienti dall’etere con eventuali dispositivi sottomarini. Servizi di localizzazione così come di telefonia mobile potranno essere portati all’interno dei sommergibili e delle stazioni scientifiche nelle profondità dei mari.
Navi e sommergibili d’ogni tipo potranno utilizzare il network di boe Proteus in maniera semplice: sarà possibile accedere alla Rete da una stazione situata a molti metri di profondità. Basterà aggiungere una interfaccia ai sensori navali già utilizzati dalla marina militare e civile. Questo perchè Proteus è una specie di modem sonar : i dati vengono sparati attraverso onde sonar, successivamente rielaborate dall’interfaccia di QinetiQ.
Ian Prescott, manager di QinetiQ, annuncia che “Proteus è una ventata di novità per le comunicazioni nel settore marittimo e si adatta a qualsiasi condizione ambientale”. La trasmissione dei dati, siano essi audio, testi o video, è resa possibile attraverso una precisissima modulazione del segnale . Prescott garantisce che la stabilità delle telecomunicazioni attraverso Proteus è di qualità militare . C’è da ricordare che QinetiQ è una azienda strettamente legata all’esercito del Regno Unito, nonostante goda di partnership anche con soggetti privati.
Tommaso Lombardi